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Giacomo Balla e il Futurismo

By Claudia Donnini on 27 Settembre 2022
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Giacomo Balla e il Futurismo

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Quando nel 1909 Filippo Tommaso Marinetti dà vita al movimento Futurista, Giacomo Balla, prontamente, firma il manifesto.

Balla nasce a Torino nel 1871 e studia all’Accademia Albertina di Belle Arti: le sue prime opere seguono il pointillisme di Signac e Seurat, ma quando si trasferisce a Roma – definitivamente, potremmo dire – e conosce Umberto Boccioni, tutto cambia.

Così, per tornare alla frase d’esordio, firma il Manifesto Futurista assieme a Boccioni. Carrà e Russolo.

Cos’è dunque il Futurismo?
Possiamo definirlo il più importante movimento d’avanguardia italiano del Novecento.

Nato dall’idea di Marinetti di rinnegare il passato ed aspirare ad un rinnovamento dell’uomo proiettandosi nel futuro (da qui il nome Futurismo), è una corrente che si sviluppa e si diffonde in tutti i campi, dalla letteratura al teatro, dall’architettura al cinema.

Ma è soprattutto nella pittura e nella scultura che ritroviamo i capolavori dei più importanti esponenti del Futurismo.

I suoi principi fondanti sono l’esaltazione dell’audacia, del movimento, della velocità, del coraggio e della modernità. Si dice che Marinetti abbia tratto ispirazione a seguito di un incidente nel 1908: mentre guidava la sua automobile, per evitare due ciclisti sterzò bruscamente e finì in un fossato a causa dell’alta velocità.

 

Nel 1912 si tenne la prima mostra dei pittori futuristi a Parigi alla Galerie Bernheim.
Nonostante Balla fosse il più anziano e fosse ormai riconosciuto come un maestro del divisionismo, fu in questo periodo che creò i suoi capolavori.

 

Parliamo di opere come “Bambina che corre sul balcone” e “Dinamismo di un cane al guinzaglio”.

 

Bambina che corre sul balcone è un’opera del 1912.
Con qualche difficoltà, è possibile riconoscere una figura ripetuta in sequenza – più facilmente se si pone l’attenzione sullo stivaletto in basso – quella di una bambina che corre, Luce, la figlia di otto anni di Balla.
Il movimento e la velocità, come abbiamo detto, sono alla base della ricerca futurista: Balla vuole tradurre in pittura un’azione, un gesto, una sequenza di scatti.

Solamente attraverso una visione totale dell’opera è possibile cogliere il tentativo di rappresentazione del movimento, poiché una visione più centrata sul particolare fa sgretolare il senso dell’opera.

Inserito in  un contesto spaziale più organico, invece, è Dinamismo di un cane al guinzaglio, sempre del 1912.

L’elemento dinamico è rappresentato dai piedi della donna e dalle zampe dell’animale, che creano una sequenza ripetuta all’interno di uno spazio circoscritto.
Anche la strada è dotata di un senso di velocità grazie alle spennellate lineari e parallele.
Il movimento è rappresentato, in entrambi i casi, attraverso la registrazione contemporanea dell’oggetto che compie il suo movimento nello spazio.

 

Dal 2021 è possibile finalmente visitare Casa Balla, ovvero la casa dove Giacomo visse a Roma.
Si trova in via Oslavia 39B ed è essa stessa manifesto della corrente artistica a cui Balla dedicò la sua produzione artistica: ogni ambiente è organizzato e dipinto secondo i dettami del futurismo, attraverso pareti dai colori vivaci e dinamici e mobili dai lineamenti spazzati e confusi.
Un capolavoro di design a pochi passi da noi.

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