In realtà il nome botanico è Wisteria, è originaria dell’America e dell’Asia, anche se in Italia è una pianta che troviamo da nord a sud. Stiamo parlando del glicine, parola che deriva dal greco ‘glikis’ che significa dolce e prende il suo nome scientifico dallo studioso statunitense Kaspar Wistar, pianta rampicante ornamentale dai bei grappoli bianchi, rosa, viola che in questo periodo apprezziamo per il suo profumo e i suoi fiori nei pergolati, terrazzi e giardini.
La pianta può raggiungere fino ai 15 metri, e fiorisce in modo più vigoroso se posta al sole, meglio se per almeno sei ore al giorno. Si adatta a tutte le temperature, le foglie sono di colore verde bronzato e di forma lanceolata, i frutti sono simili a dei fagioli, lunghi circa 20 centimetri con semi velenosi al suo interno. La pianta contiene una sostanza tossica chiamata wisterina che, se ingerita, può causare confusione, problemi di linguaggio, nausea, vomito, dolori di stomaco e collasso. Ma sono soprattutto i semi i più velenosi, che causano avvelenamento per bambini e animali domestici, con gastroenterite più o meno gravi. I fiori sbocciano in modo più generoso se i rami principali sono posizionati in linea orizzontale. La fioritura dura per tutta la primavera a seconda della specie e della temperatura. Avviene circa dopo 8-10 anni se la pianta parte dal seme, mentre gli anni sono tre se proveniente da innesto.
Le radici sono vigorose e per la loro forza possono rompere pavimentazioni e muri, mentre i rami si avvolgono attorno a qualsiasi superficie, quindi è bene scegliere un supporto adatto per farlo arrampicare.
Sono da preferire i terreni sabbiosi e leggermente acidi, così come un tutore per il sostegno della pianta. Nei primi anni la fioritura non è molta, in quanto si deve impiantare in profondità e le irrigazioni devono essere frequenti; in inverno possono essere sufficienti le piogge. La potatura va eseguita in estate e in inverno, i rami secchi vanno eliminati e bisogna lasciare poche gemme per ramo. Il terreno ideale per il glicine è morbido, ricco di materiale organico e non calcareo. Diverse sono le varietà, dal glicine rosso a quello giapponese, al cinese, quest’ultimo il più diffuso. La pianta può essere colpita da afidi, acari, dal ragno rosso che compare al momento della fioritura, ma soprattutto dalla clorosi, una condizione che provoca l’ingiallimento delle foglie dovuta all’assenza di clorofilla che ne rallenta crescita e fioritura, e che si combatte con concime e prodotti appropriati.
In Oriente il glicine rappresenta la coscienza dell’uomo, con la sua crescita in continua torsione e movimento. Vari i racconti e le leggende della tradizione giapponese che vi sono legate: si narra di imperatori che portavano con sé, durante i viaggi fuori dal Giappone, vasi di glicine da offrire in segno di amicizia e benevolenza. Tuttora nel linguaggio dei fiori è simbolo di amicizia, riconoscenza e disponibilità. (Foto di Marta Fortunati)