Orchidee, tra bellezza e mistero
La coltivazione delle orchidee, piante affascinanti per la loro provenienza e per le bellissime infiorescenze, fino a qualche decennio fa era riservata ad una élite: era infatti quasi sempre necessario possedere delle serre o ambienti dove si potessero mantenere alte temperatura e umidità.
Le foglie dell’orchidea sono intere, quasi sempre ovali o nastriformi, disposte in modo alternato sullo stelo. La loro consistenza, per lo più carnosa, consente di ‘mantenere’ i liquidi e i nutrienti per la pianta stessa. In altri casi questo compito spetta agli pseudobulbi che si trovano alla base, di forma ovoidale o cilindrica. La forma dei fiori è tipica e molto riconoscibile: nella parte superiore sono presenti tre sepali, in quella inferiore tre petali. Quello centrale, detto labello, varia in forma e colore a seconda della specie ed ha la funzione di attirare gli insetti impollinatori. Le radici, aeree e spesso carnose, presentano, sulla loro superficie, uno strato sottile il cui compito è quello di assorbire l’umidità che è presente nell’aria e nelle superfici dove si ‘attaccano’.
Diffuse nelle aree tropicali e subtropicali del continente asiatico ed americano, circa duecento specie di orchidee si trovano, però, allo stato spontaneo anche in Italia, in particolar modo nelle aree collinari e montane. Quelle provenienti da habitat temperati e caldi sono quasi tutte epifite: si aggrappano con le radici ad altre piante, che fungono solamente da sostegno. Alcune varietà, proveniendo da ambienti più freddi, più adattabili alle condizioni di vita europee, si sono diffuse ed abbelliscono spazi interni ed esterni. Le altre, di altitudine, sono invece dette “terricole” perché affondano le radici nel terreno.
Le orchidee, poiché sono una famiglia vastissima, eterogenea e largamente diffusa, sono entrate a vario titolo nella vita dell’essere umano. Ad esempio nelle arti magiche, nei riti religiosi, nella letteratura e nell’arte. Gli aspetti letterari e artistici non sono spesso così riconoscibili. Infatti le orchidee sono conosciute quasi ed esclusivamente come piante ornamentali ed anche i più esperti, gli orchidofili, le trattano esclusivamente per la loro coltivazione.
Il loro ruolo nella vita umana ed i valori che hanno rappresentato, sono importanti e svelano aspetti a tratti sconosciuti. In Oriente le orchidee sono sempre apparse nei testi letterari, mentre un po’ meno in Occidente. Le orchidee le incontriamo nell’Amleto shakespeariano, in particolare nel bouquet di erbe e fiori della folle Ofelia, descritta nei suoi ultimi istanti di vita quando delirante entra nel ruscello che la trascinerà alla morte; nel romanzo ‘’Il Ritratto di Dorian Grey’’ di Oscar Wilde, dove il fascinoso e dannato Dorian Grey trova un’orchidea da mettere nell’occhiello della giacca perché in essa vedeva incarnati i peccati capitali; nelle pagine di “Sodoma e Gomorra” lo scrittore Marcel Proust le cita più volte, alludendo all’orchidea come simbolo di bellezza impura, sensoriale e sensuale.
Uno spazio importante viene dato alle orchidee dalla seconda metà dell’Ottocento quando il naturalismo delle fresche foreste tropicali lasciava il passo alle sensazioni ben più “forti” come la passione sensuale, l’erotismo e la decadenza. Probabilmente l’aspetto appariscente, l’aria effimera e sensuale, ha fatto sì che questo misterioso fiore si insinuasse con facilità fra le pagine culturali e letterarie del tempo, giungendo fino ai giorni nostri.
(Foto: Mike Darger da Pixabay)