Tuesday, December 3, 2024
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Aguas de março (Acqua di marzo)

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Marzo: per gli antichi romani era il mese dedicato al dio Marte

 

I venti di guerra che spirano in questi giorni, si incontrano con questo mese di marzo, mese che per gli antichi romani era dedicato al dio Marte.
Romolo, fondatore di Roma e figlio dell’incontro del dio stesso con la vestale Rea Silvia, secondo il mito, volle onorare il padre dando il suo nome al primo mese dell’anno cosiddetto romuleo.

 

 

Marte, il greco Ares, Mars in latino, era il dio della guerra, del risveglio guerriero, sotto il segno maschile dell’aggressione, atto imprescindibile in una visione bellica delle relazioni umane, dettato dalla profonda convinzione che se tu non attacchi, sarai attaccato.

Le antiche popolazioni latine e poi Roma facevano risuonare attraverso i loro territori il ritmo e la danza dei Salii, sacerdoti appartenenti a un collegium sacro a Marte il cui nome trae la sua etimologia da “saltus, salire” che significa danzare. E percuotendo gli scudi sacri (ancilia), i Salii davano inizio alla processione di marzo, danzando a piccoli salti, destando un entusiasmo bellico nel popolo e dando così inizio alla stagione della guerra.

 

foto romanoimpero.com

 

Queste antiche percussioni belliche sono memorie che profondamente segnano ancor oggi corpi e coscienze, le quali seguono imperterrite il richiamo di una natura belligerante e fatalmente perdente su tutti i fronti. Ma, abbassando il volume fino a farlo tacere, vorrei adesso opporre e far crescere dentro di noi un altro ascolto, una dolcissima bossa nova, una splendida canzone, per me irresistibile.

Aguas de março è considerata una delle più belle canzoni brasiliane, sia per la musica che per il testo, che rappresenta una metafora della vita. L’autore è Tom Jobim, che la scrisse nel 1972. Occorre tener presente che marzo, per il Brasile è un mese di piogge tropicali che introducono l’autunno. Sono piogge anche brevi, ma decisamente torrenziali, causa di grossi allagamenti.
Si dice che Tom Jobim, ritirato ancora a fine estate nella casa di campagna per motivi di salute, si trovò ad abbozzare il testo di questa canzone su un sacchetto del pane, preso dalla dolce malinconia e dall’intimità che sa provocare l’acqua che cade, il suo ritmo dolente, il suo suono amico e nostalgico.
Così Tom provò a riprodurre la magia di quel suono universale, che lega tutti noi a una memoria ancestrale e che è in grado di suscitare una comunione cosmica tra tutti gli esseri viventi.
Youtube e lì per voi, se volete entrare nell’ascolto del formidabile duetto che Jobim registrò con Elis Regina, che nel panorama brasiliano è stata veramente regina negli anni ’60 e ’70, dotata di una voce e di una capacità interpretativa indimenticabili.

 

foto openspotify.   com

 

Purtroppo a soli 36 anni Elis morì avendo assunto una potente dose di cocaina mista a barbiturici. Ma noi ritroviamo la sua vitalità e la sua soavità in questa magistrale interpretazione insieme a Jobin, con il quale ha saputo ricreare il tintinnio delle gocce di pioggia, talora pesanti, talora delicate, apparentemente interminabili.

Il testo è affascinante, dicevamo una metafora della vita: tutto fluisce e compare e scompare attraverso piccole immagini spezzettate, fonte di piccole, grandi emozioni. La pioggia di marzo fluttua così come una promessa di vita, come un gioco tenero in cui gesti, avvenimenti, personaggi fantastici fluiscono come in un racconto. Come nella favola bella con la quale ci si addormentava da bambini mentre fuori pioveva.

 

Bello questo suono. Ecco il testo e la traduzione di questa meravigliosa canzone.

 

É pau, é pedra, é o fim do caminho
É um resto de toco, é um pouco sozinho
É um caco de vidro, é a vida, é o sol
É a noite, é a morte, é um laço, é o anzol
É peroba no campo, é o nó da madeira
Caingá candeia, é o matita-pereira
É legno, é pietra, é la fine della strada
É un resto di tronco, é (qualcuno) un po’ solo
É un pezzo di vetro, é la vita, é il sole
É la notte, é la morte, é un laccio, é l’amo
É un albero (1) in un campo, é il nodo del legno,
Caingá candela, é il Matita-Pereira (2)(3)
É madeira de vento, tombo da ribanceira
É o mistério profundo, é o queira ou não queira
É o vento ventando, é o fim da ladeira
É a viga, é o vão, festa da cumeeira
É a chuva chovendo, é conversa ribeira
Das águas de março, é o fim da canseira
É flauto, tuffo dalla sponda del fiume
É il profondo mistero, è il volere o non volere
É il vento che soffia, è la fine della discesa,
É la trave, il vuoto, la festa del tetto (4)
É la pioggia che cade, l’incontro con il ruscello (5)
Delle piogge di marzo, é la fine della fatica
É o pé, é o chão, é a marcha estradeira
Passarinho na mão, pedra de atiradeira
É uma ave no céu, é uma ave no chão
É um regato, é uma fonte, é um pedaço de pão
É o fundo do poço, é o fim do caminho
No rosto um desgosto, é um pouco sozinho
É il piede, é il suolo, è la marcia forzata,
Uccellino nella mano, sasso lanciato con la fionda
E’ un uccello in cielo, è un uccello a terra,
E’ un ruscello, è una fonte, è un pezzo di pane
E’ il fondo del pozzo, é la fine della strada,
Sul viso il disgusto, é (qualcuno) un po’ solo
É um estepe, é um prego, é uma conta, é um conto
É um pingo pingando, é uma conta, é um ponto
É um peixe, é um gesto, é uma prata brilhando
É a luz da manha, é o tijolo chegando
É a lenha, é o dia, é o fim da picada
É a garrafa de cana, o estilhaço na estrada
É o projeto da casa, é o corpo na cama
É o carro enguiçado, é a lama, é a lama
É um passo, é uma ponte, é um sapo, é uma rã
É um resto de mato na luz da manhã
São as águas de março fechando o verão
É a promessa de vida no teu coração
É una spina, é un chiodo, è una punta, é un punto,
É una goccia che cade, è un conto, è un racconto
É un pesce é un gesto, è argento che brilla
É la luce del mattino, é il mattone che arriva
É un falò, é il giorno, é il punto finale,
É una bottiglia di liquore (6), una fenditura nella strada (7)
É il progetto della casa, é il corpo nel letto,
É la macchina bloccata, é il fango, é il fango
É un passo, é un ponte, è un rospo, é una rana,
É un po’ di erbacce nella luce del mattino (8)
Sono le piogge di marzo che chiudono l’estate, (9)
É la promessa di vita nel tuo cuore
É uma cobra, é um pau, é João, é José
É um espinho na mão, é um corte no pé
São as águas de março fechando o verão
É a promessa de vida no teu coração
É un serpente (10), é un bastone, é João, é José,
É un taglio nella mano, é una ferita nel piede
Sono le piogge di marzo che chiudono l’estate,
É la promessa di vita nel tuo cuore
É pau, é pedra, é o fim do caminho
É um resto de toco, é um pouco sozinho
É um passo, é uma ponte, é um sapo, é uma rã
É legno, é pietra, é la fine della strada
É un resto di tronco, é (qualcuno) un po’ solo
É un passo, é un ponte, è un rospo, é una rana,
É um belo horizonte, é uma febre terçã
São as águas de março fechando o verão
É a promessa de vida no teu coração
É pau, é pedra, é o fim do caminho
É um resto de toco, é um pouco sozinho
É pau, é pedra, é o fim do caminho
É um resto de toco, é um pouco sozinho
É un bell’orizzonte, é una febbre terzana
Sono le piogge di marzo che chiudono l’estate,
É la promessa di vita nel tuo cuore
É legno, é pietra, é la fine della strada
É un resto di tronco, é (qualcuno) un po’ solo
É legno, é pietra, é la fine della strada
É un resto di tronco, é (qualcuno) un po’ solo
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