Chissà chi di voi si arrischierà a leggere questa nuova recensione di un libro dal titolo a dir poco…improponibile? E poi chi, magari incuriosito, lo leggerà pure?
Beh, io l’ho letto per due motivi: le parole Club del libro e anche, lo ammetto, per la curiosità instillatomi da un titolo così lungo e particolare.
Mi sono trovata davanti un romanzo epistolare, il mio primo, e ne sono stata, inizialmente, un po’ turbata. Mi sono chiesta se ce l’avrei fatta a leggerlo, se mi avrebbe preso con tutte quelle lettere e quei personaggi che interagivano tra loro scrivendosi.
Il Club del libro e della torta di bucce di patata di Guernsey si è rivelato un testo molto piacevole, scorrevole e intriso di dettagli storici che non conoscevo.
Il fatto che sia scritto in forma epistolare, ci fa immaginare i personaggi partendo dal loro modo unico e particolare con cui scrivono le lettere. Lo stile delle loro frasi si trasforma nella loro conformazione fisica, nel loro modo di camminare e parlare. Li vediamo da come scrivono.
Troviamo la scrittrice esuberante e indipendente, un po’ avanti con i tempi e la sua scrittura che è un misto tra il giornalistico e l’irriverente.
Poi il suo editor, telegrafico e pragmatico, sia nello scrivere che nel provare una sorta di innamoramento e gelosia nei confronti della sua autrice preferita.
E poi tutti gli abitanti dell’isola di Guernsey, facenti parte del club del libro, dalle abitudini e dalle mentalità più diverse, che stupiti si ritrovano scrittori di lettere. Prima o poi, ognuno di loro, si ritroverà a corrispondere con la protagonista, e a raccontarle come improvvisamente, durante il buio periodo dell’occupazione tedesca del secondo conflitto mondiale, si sono avvicinati alla lettura.
Ecco ciò che amo della lettura: di un libro ti può interessare un piccolo particolare, e quel piccolo particolare ti condurrà ad un altro libro, e da lì arriverai a un terzo.
È una progressione geometrica, di cui non si vede la fine e che ha come unico scopo il puro piacere.
Ho saputo, proprio leggendo, che le Isole della Manica, sono state l’unica porzione di territorio del Regno Unito ad essere calpestata, violata, affamata e invasa da suole dell’esercito di Hitler. Nonostante dagli abitanti non sia partito un sol colpo di fucile verso chi li bombardava, l’occupazione è rimasta per un puntiglio: gli invasori affermavano così che anche quella nazione era stata da loro assogettata. Ne avrebbero voluto fare una sorta di ponte per poi occupare la madre Patria.
Non vi rivelerò comunque quanto era buona la torta di bucce di patata, lo leggerete; oppure come da un amore impossibile sia nata una bambina; o delle paure e della fame degli abitanti dell’isola durante l’invasione tedesca.
Il Club del libro e della torta di bucce di patata di Guernsey va letto, per la storicità, per i sentimenti, per il coraggio di un popolo, per la voglia di rinascita, per il desiderio di andare oltre i pregiudizi razziali o di cultura.
Mary Amy Shaffer era una libraia, poi bibliotecaria e editor, il suo sogno di scrivere un libro si realizzò poco prima di morire grazie alla nipote Annie Barrows che l’aiutò nella conclusione del romanzo quando era già gravemente ammalata.
Se volete ne è stata creata anche la versione cinematografica, un film carino e delicato che però, rispetto al libro, è manchevole.
SINOSSI
Fra l’8 gennaio e il 17 settembre 1946 si svolge un fitto scambio di lettere fra numerosi personaggi, tra i quali i principali: Juliet Ashton, una giovane scrittrice di successo, e un gruppetto di abitanti dell’isola di Guernsey.
La storia riguarda l’esperienza vissuta dagli isolani durante la Seconda Guerra Mondiale quando subirono l’occupazione tedesca.
Nonostante però le numerose privazioni e sofferenze patite, la povertà e la tristezza della loro vita, a queste persone non mancarono momenti di sollievo e allegria, grazie soprattutto alla fantasia di Elizabeth McKenna che creò dal nulla Il club del libro per giustificare ai soldati tedeschi come mai lei e i suoi amici fossero fuori durante il coprifuoco.
Appassionata di libri e cucina, frequento un corso di scrittura creativa. I miei scritti sono stati pubblicati in un’antologia, “Voci nuove” edita da Rapsodia.
1 Comment
Fai sempre venir voglia di leggere i libri delle tue recensioni….grazie