La nave scuola della Marina italiana Amerigo Vespucci ha compiuto novant’anni, la più anziana unità in servizio della Marina militare, interamente costruita e allestita presso il Regio cantiere navale di Castellamare di Stabia (Na) varata il 22 febbraio 1931.Ufficialmente consegnata alla Regia Marina il 26 maggio 1931, entrò in servizio come Nave Scuola il successivo 6 giugno, con assegnazione al porto di La Spezia. Nonostante i suoi anni la Nave scuola sembra non essere mai venuta meno ai suoi compiti: con più di 800 miglia trascorse in mare, ha sempre la stessa eleganza, complici anche i periodici lavori di manutenzione e restauro. L’Amerigo Vespucci, non a caso, è considerato “la nave più bella del mondo” e per gli allievi dell’Accademia Navale è un onore poter addestrarsi su di essa. La celebre considerazione viene confermata quando nel 1962 la portaerei USS Independence (CVA-62) incrociando nelle acque del Mediterraneo un veliero italiano lampeggiò il segnalatore chiedendo: “Chi siete?”. La risposta fu: “Nave Scuola Amerigo Vespucci, Marina Militare Italiana”, e la nave statunitense rispose: “Siete la più bella nave del mondo”. Non a caso, il motto ufficiale della nave, datogli nel 1978 è un aforisma di Leonardo da Vinci: “Non chi comincia ma quel che persevera”, usato per spronare gli allievi dell’Accademia Navale che desiderano intraprendere questa carriera. Più nel dettaglio l’Amerigo Vespucci ha preso forma in un’epoca nella quale il gasolio stava sostituendo del tutto il carbone e l’acciaio, divenne il simbolo della tradizione della Marina, un ambiente nel quale trasformare le persone in marinai e nella quale mettere da parte l’io per raggiungere un senso di collettività e di equipaggio. Ed è questo sentimento che, dopo novant’anni, ‘muove’ ancora gli allievi della Marina che ogni anno intraprendono con onore il percorso formativo sull’Amerigo Vespucci, dove oltre alla formazione si impara a lavorare, a cooperare in compiti non prettamente tecnici come la pulizia del mezzo, e a rispettare ogni persona e mansione dell’equipaggio. Oltre agli allievi, vi operano 250 uomini e donne dell’equipaggio con regole precise dove alle lezioni si uniscono anche i doveri di ospitalità, dato che l’Amerigo Vespucci è anche ambasciatore navigante dell’Italia ed è ammirato in tutti i porti del mondo quando attracca. Prima della pandemia l’equipaggio del Vespucci era a disposizione dei molti visitatori che, in molti porti del mondo, facevano visite guidate apprezzando da vicino il fiore all’occhiello della Marina italiana e dell’Italia in generale. Dal punto di vista tecnico-costruttivo il Vespucci è una Nave a Vela con motore; dal punto di vista dell’attrezzatura velica è “armata a Nave”, con uno scafo lungo 82m per una larghezza di 15,56 ed una lunghezza complessiva da poppa a bompresso di 101m per un dislocamento di 4300t e un’immersione di 7,3m. Possiede due motori diesel ed uno elettrico principale che lo fanno arrivare ad una velocità massima di 10nd. Ha la capacità di ospitare 264 persone. Inoltre ha 24 vele di tela olona di spessore variabile tra i 2 e i 4 millimetri per una superficie totale di 2.635 metri quadri. Le cime sono tutte attualmente di materiale vegetale; tutte le manovre vengono rigorosamente eseguite a mano; ogni ordine a bordo viene impartito dal comandante, tramite il nostromo, con il fischietto. L’eleganza delle forme dello scafo, di colore bianco e nero con piccoli oblò, viene resa senza tempo dai fregi di prora(prua) e gli arabeschi di poppa in oro zecchino, e dalla polena (ornamento scultorio posto all’estremità dei velieri) a prua raffigurante l’omonimo esploratore. Gli interni riportano all’eleganza della costruzione in legno degli anni Trenta, come la Sala Consiglio in noce e mogano, utilizzata come salotto di rappresentanza. In un lungo corridoio sono esposti i crest, emblemi a forma di scudo scambiati con le autorità dei porti in cui il Vespucci è stato ospitato e ormeggiato, che ricordano la storia dei lunghi viaggi intrapresi dalla nave. Come ha sottolineato il capitano di vascello Gianfranco Bacchi, attuale 122° comandante del Vespucci intervistato di recente. “Questa nave-scuola è diventata un simbolo potente, grazie all’estetica della nave: è effettivamente bellissima, è oggettivo. All’estero altre navi-scuola sono ibride, un connubio di tradizione e modernità, mentre il Vespucci ha conservato integralmente la tradizione, a parte qualche ausilio sottocoperta per migliorare la qualità della vita a bordo, ad esempio le cucine. Per il resto tutto è ‘vero’ e originale. Il timone non è solo bellissimo: è effettivamente il vero timone della nave. I pennoni, l’alberata, la tradizione è conservata. In secondo luogo, per una volta non siamo noi a dire agli altri che siamo belli. E’ il mondo a dircelo e quando questo apprezzamento arriva per esempio dalla Marina più potente, quella americana, come si fa a non crederci…” (fonte La Nazione) (Foto di Erich Westendarp da Pixabay)