Lessi il romanzo Una donna di Sibilla Aleramo nel 1977, in concomitanza con l’uscita dello sceneggiato televisivo trasmesso su Rai1 in 6 puntate dal 16 ottobre al 20 novembre.
La protagonista fu interpretata dalla giovanissima Giuliana De Sio. Mi ricordo perfettamente quello sceneggiato perché chiesi e ottenni di leggere il libro e la data riportata sulla dedica che mi feci, è testimone di quanti anni ha la mia copia di Una donna: «Lottare sempre per la libertà della donna»
Il romanzo fu pubblicato la prima volta nel 1906 ottenendo immediatamente un grande successo. È autobiografico e racconta la storia di Sibilla Aleramo da quando era solo una fanciulla fino all’età adulta.
Sibilla Aleramo ebbe un’infanzia belle e vivace bella nel primo periodo della sua vita ma fu costretta ad affrontare diversi drammi nell’età adulta. Il tentato suicidio e il successivo ricovero in una casa di cura della madre; la scoperta di una relazione extraconiugale del padre; la violenza sessuale subita e infine un matrimonio senza alcuna gioia dove i maltrattamenti sono, purtroppo, all’ordine del giorno e che neanche la nascita di un figlio riesce a placare.
Questi diversi eventi misero Sibilla di fronte alla consapevolezza di essere lei e soltanto lei la persona in grado di rivendicare la propria dignità. La sua energia e caparbietà la portano a riflettere sulla donna non solo come custode d’amore e maternità ma come un essere pensante e con una propria dignità. Ed ecco da dove scaturisce l’identificazione di Una donna come primo libro femminista.
Rilevante anche il particolare di come nel testo non appaia mai il nome del figlio, un figlio che lei stessa abbandonerà ma verso il quale sono dedicate parecchie pagine del romanzo.
«Un giorno avrà vent’anni. Partirà, allora, alla ventura, a cercare sua madre? O avrà già un’altra immagine femminile in cuore? Non sentirà allora che le mie braccia si tenderanno a lui nella lontananza, e che lo chiamerò, lo chiamerò per nome?»
Subilla è la figura di una donna forte, libera interiormente, che assorbe e combatte la falsa moralità, l’ipocrisia e le consuetudini dell’epoca e la scrittura ottocentesca del romanzo non deve allontanarci dalla grandezza e vivacità dell’autrice. Probabilmente siamo abituati ad uno stile di scrittura diverso, ma se scegliamo di immergerci nella lettura di Una donna, ci rendiamo conto di quanto grande sia stato il suo coraggio e la sua determinazione.
Una donna è un libro che tutte le donne dovrebbero leggere per comprendere davvero quante conquiste sono state raggiunte ma anche quante sono ancora da conquistare affinché l’uguaglianza di genere venga messa al primo posto per poter davvero dichiarare di vivere in una società civile.
Social Media Manager e Scrittrice