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CECITÀ

By Silvia De Felice on 13 Novembre 2020
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CECITÀ

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CECITÀ

di José Saramago

ed. Feltrinelli

 

 

“Può darsi che l’umanità riesca a vivere senza occhi, ma allora non sarà più umanità…”

 

Josè Saramago pubblica Cecità nel 1995, solo tre anni prima di ricevere il Nobel per la letteratura. Il titolo originale dell’opera era Saggio sulla cecità, ma in Italia venne variato in quello che conosciamo perché pensavano che l’originale potesse scoraggiare i lettori.

Nell’anno del Covid leggere di una pandemia potrebbe far pensare che vogliamo aggiungere, con la lettura, ulteriori ansie rispetto quelle che già abbiamo, almeno questo è quello che credevo io. Sono stata “obbligata” a cimentarmi in questa impresa da un gruppo di lettura che ora non finirò mai di ringraziare, perché Cecità mi ha letteralmente folgorato.

 

“Il mondo è pieno di ciechi vivi”

 

Un romanzo distopico, una storia feroce e un ritmo che incalza fino alla fine. Con i suoi dialoghi inseriti senza l’utilizzo della classica punteggiatura, Saramago interiorizza e cattura pagina dopo pagina. Uno stile, il suo, che all’inizio disorienta, ci sembra di non capire, ci costringe a rileggere. Poi, poco a poco veniamo catturati dalle lunghe frasi che, senza nomi propri, senza punti e con tante virgole, cercano di indicare la giusta direzione al lettore “cieco” che non sa di esserlo.

La disperazione che permea tutta la storia però non ci fa mollare la presa anzi, andiamo avanti, bramosi di sapere cosa riserva il destino all’umanità. La speranza e l’attaccamento alla vita non abbandonano mai il medico e sua moglie, il primo cieco, la donna dagli occhiali scuri, il vecchio con la benda sull’occhio e il ragazzino strabico in una città anch’essa senza nome.

Un romanzo che è anche un elogio alla forza della donna: una donna è protagonista e sostegno, da sola sarà la  guida verso la luce.

Quello che alla fine rimane è un senso di gratitudine, troppo spesso sottovalutiamo l’importanza di ciò che abbiamo. Troppo spesso non pensiamo che da un momento all’altro potremmo essere privati di tutto, in primis della libertà.

 

“Le donne risorgono le une dalle altre, le oneste risorgono dalle puttane, le puttane risorgono dalle oneste, disse la ragazza dagli occhiali scuri.Seguì un lungo silenzio, per le donne era ormai tutto detto, gli uomini avrebbero dovuto cercare le parole, e sapevano in anticipo che non sarebbero stati capaci di trovarle.”

 

 

SINOSSI

 

In città senza si diffonde repentina una strana epidemia dove uomini e donne perdono la vista. Il governo per cercare di tenere sotto controllo l’aumento esponenziale dei contagi decide di internare i ciechi, ma la situazione degenera. Solo una donna, la moglie del medico sembra immune. Negli edifici dove vengono rinchiusi, i ciechi si organizzano diverse forme di società e i  malvagi inizieranno a controllare la distribuzione del cibo per ricattare i più deboli.

A causa di un incendio un gruppo sparuto di ciechi guidati dalla donna riesce a fuggire, ma all’esterno la situazione non è migliore: la lotta per la sopravvivenza semina violenza e orrore per le strade.

 

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