I libri sono un talismano, una fede, sono la sopravvivenza e infine la libertà
Curiosando in libreria il mio sguardo è rimasto catturato dalla copertina di questo libro, il titolo non mi diceva niente, e neanche il nome dell’autrice. Ho proseguito oltre, cercavo qualcosa, ma sono dovuta tornare indietro, il libro “mi chiamava” e senza ulteriori indugi l’ho comprato. Ho provato varie volte la sensazione che sia il libro a scegliere me e non viceversa, e non ne sono mai rimasta delusa.
L’incipit fa restare senza fiato.
Una settimana prima del nono compleanno di Isobel Callaghan, sua madre disse, in un tono di vago rammarico :”Quest’anno niente regali! Quest’anno dobbiamo essere molto parsimoniosi”.
Come può una madre dire queste parole alla figlia di nove anni? E per di più una settimana prima, come se ci fosse la volontà di causarle un dolore più lungo, e distruggere così tutte quelle aspettative che una bambina può nutrire per un giorno speciale. Può una madre odiare sua figlia? L’attenzione del lettore viene quindi immediatamente catturata, si vuole capire perché e cosa succederà. Inevitabilmente prendiamo subito le parti di Isobel, non fa niente di male dopotutto, vuole solo leggere e per farlo deve nascondersi da sua madre. Le donne che leggono aspirano a qualcosa di più che fare le casalinghe ed essere delle bravi mogli e madri. Isobel si sente diversa, è diversa, indossa maschere e mente a tutti.
Amy Witting è una scrittrice australiana approdata alla narrativa in tarda età dopo aver dedicato la sua vita all’insegnamento. Più volte La lettrice testarda è stato rifiutato dalle case editrici, veniva giudicato un testo un po’ scomodo, poco appetibile. Lo stile è colloquiale e limpido. Numerose le frasi e i riferimenti a grandi opere: da Le avventure di Sherlock Holmes ai versi di Lord Byron a David Copperfield.
Leggendo spesso si ha l’impressione che Isobel sia spettatrice della propria vita come di quelle degli altri; il passaggio poi repentino dalle letture furtive a lume di candela nel proprio letto alla vita da “adulta” a sedici anni, non fa che aumentare la curiosità del lettore: si vuole sapere se Isobel ce la farà a vivere la sua passione, a non cadere nell’anonimato, a smettere di mentire. La menzogna è per lei una forma di difesa non solo il capriccio di una bambina.
Alla fine, Kenneth chiese:” Se tu fossi una parte del discorso, quale parte sceglieresti?” E soffiandosi sulle unghie in un gesto autocelebrativo aggiunse:” Io sono un verbo, un verbo transitivo. E la nostra Jane, qui, è una congiunzione, una congiunzione coordinante”. Si rivolse a Vinnie:” E tu, mia cara, sei un aggettivo, naturalmente.” Ritenendolo necessario, completò la frase:” Abbellisci, decori”.
Non mi è mai capitato di chiedermi quale parte del discorso mi piacerebbe essere…
SINOSSI
Isobel cresce alimentando la sua passione segreta di notte, alla luce di una flebile candela. Finché, a sedici anni, la sua vita non cambia radicalmente, quando è costretta a lasciare tutto, cercarsi un lavoro e una nuova sistemazione. E’ la prima volta che Isobel si scontra con il mondo.
Appassionata di libri e cucina, frequento un corso di scrittura creativa. I miei scritti sono stati pubblicati in un’antologia, “Voci nuove” edita da Rapsodia.