La Breccia che fece Roma capitale
Da poco sono stati celebrati i 150 anni della presa di Roma o Breccia di Porta Pia, ricorrenza spesso dimenticata dalla maggioranza degli italiani, e non considerata una data importante per il nostro Paese al pari del 2 giugno e del 25 aprile. Per l’occasione la Galleria Apolloni di Via Margutta a Roma (http://www.galleriawapolloni.it) ha allestito la mostra “Lo zuavo e i bersaglieri” fino al 20 ottobre 2020. ”L’interesse per Porta Pia nasce dal quadretto dell’olandese Carel Max Quaedvlieg, datato il giorno stesso della Breccia, un quadro epico in pochi centimetri, di un pittore che a Roma aveva dipinto, anche se splendidamente, solo butteri e bufali” commenta il gallerista Marco Fabio Apolloni (Da Il giornale dell’arte n. 410, settembre 2020 F.R. Morelli) che nella sua galleria approfondisce la scoperta e la valorizzazione della storia nazionale. In esposizione anche il monumento funebre in marmo scolpito in scala umana da Victor Edmond Leharivel Durocher, raffigurante il capitano Augustin Latimier Du Clésieux tra gli zuavi pontifici, e la tela di Michele Cammarano, testimone oculare della vicenda, che blocca i bersaglieri mentre salgono il monte dei detriti caduti dalle Mura Aureliane bombardate, quadro molto famoso e riportato su tutti i libri di storia che oggi si trova al Museo di Capodimonte. Un invito a conoscere meglio questo evento storico arriva anche dai molti libri pubblicati sul tema. Le “Biblioteche di Roma” ne suggeriscono diversi, tra cui ‘La guerra di Roma: storia di inganni, scandali e battaglie dal 1862 al 1870’ ( Stefano Tomassini, Il Saggiatore, 2018), ‘L’ultimo giorno del Papa Re: 20 settembre 1870: la breccia di porta Pia’ (Antonio di Pierro, Mondadori Arnoldo, 2007).
Per ricordare l’avvenimento storico: il 20 settembre 1870 l’esercito piemontese entrò in città con in testa i bersaglieri, che occuparono la città travolgendo gli Zuavi Pontifici, soldati in maggioranza francesi e belgi, di Papa Pio IX. L’evento decretò l’annessione di Roma al Regno d’Italia, che divenne capitale prima della monarchia e poi, dal 1946, della repubblicana. Guidati dal generale Raffaele Cadorna, 50 mila piemontesi entrarono in città contro i 13 mila dell’esercito pontificio. Furono molti i civili presenti sul campo durante l’azione di guerra. Erano patrioti, politici cacciati dallo Stato pontificio che volevano rientrare, venditori ambulanti, pittori che volevano immortalare la battaglia e giornalisti, tra cui Carlo Arrivabene corrispondente del “Daily Telegraph” ed Edmondo De Amicis di “Vita militare”. Il passaggio dei primi bersaglieri nelle strade della città venne accolto dalla cittadinanza con ovazioni e applausi. La Breccia di Porta Pia è considerata l’ultima vera battaglia del Risorgimento che portò alla fine dello Stato Pontificio, dopo un millennio di storia, con i territori che passarono sotto il Regno d’Italia. Il 20 settembre è stata festività nazionale fino al 1929, quando venne abolita in seguito alla firma dei Patti Lateranensi, l’accordo tra l’Italia fascista e la Chiesa cattolica con la nascita dello Stato Città del Vaticano, che riportarono i cattolici nella vita politica italiana, dopo un’autoesclusione durata oltre i cinquant’anni. Il Corpo dei Bersaglieri nasce nel giugno 1836 con il primo intervento sul campo nel 1848, durante la Prima Guerra d’Indipendenza. Oggi fa parte dell’Arma di Fanteria dell’Esercito, caratterizzato dalla corsa dei bersaglieri al suono della fanfara, presente sul territorio con molte iniziative a sostegno dei cittadini. (Foto di Cristian Ferronato da Pixabay)