La strada è un romanzo dello scrittore statunitense Cormac McCarthy, pubblicato nel 2006 e vincitore del Premio Pulitzer per la narrativa nel 2007. Da esso è stato tratto il film “The Road”.
La copertina è grigia, nera, c’è del fumo e tanta cenere, questa è l’atmosfera che permane durante tutta la storia. Una storia, quella di McCarthy, che parla di sopravvivenza e amore. Un romanzo post apocalittico per lettori non troppo sensibili anzi, per lettori dallo stomaco forte.
“Ce la caveremo, vero papà?
Sì. Ce la caveremo.
E non succederà niente di male?
Esatto.
Perché noi portiamo il fuoco.
Sì. Perché noi portiamo il fuoco”.
McCarthy usa uno stile asciutto e descrittivo per parlarci di un mondo finito, un mondo dove poche anime sparute vagano in cerca di cibo.
I protagonisti di questa storia sono un padre, un bambino e un carrello che raccoglie le loro poche, indispensabili, miserevoli cose: un telo per proteggersi dal freddo, del cibo e una pistola.
I due procedono sulla strada, vanno a sud per cercare caldo e persone come loro, attraversano un territorio arido con la vista sempre in tensione. Cercano abitazioni e negozi abbandonati dove poter cercare resti di cibo dimenticato. Scrutano e tengono i sensi sempre all’erta per evitare disperati come loro che avrebbero rischiato la vita pur di derubarli dei loro averi.
La tensione è palpabile, la paura non molla. i nostri occhi scorrono avidi dialoghi semplici, scarni, e gli “ok” si ripetono numerosi quasi come fossero un ritornello.
“Noi moriremo?
Prima o poi sì. Ma non adesso.
E stiamo andando sempre a sud?
Sì.
Per stare più caldi?
Sì.
Ok.
Ok cosa?
Niente. Così.
Adesso dormi.
Ok”.
L’istinto della sopravvivenza ci assale con tutta la sua forza, la natura è ostile, il paesaggio spietato. Padre e figlio si appoggiano uno sull’altro, il primo con la sua praticità, il secondo con il sentimento.
Un uso smodato di aggettivi tristi: loro sono magri e lerci, l’alba è pallida, la terra sterile e sventrata, le fattorie scalcinate. Tristi e scoraggiati siamo anche noi, ma non demordiamo, proseguiamo affamati la lettura con la speranza nel cuore.
La speranza che tutto vada bene.
SINOSSI
Un uomo e un bambino, padre e figlio, senza nome. Spingono un carrello, pieno del poco che è rimasto, lungo la strada americana. La fine del viaggio è invisibile. Circa dieci anni prima il mondo è stato distrutto da un’apocalisse nucleare che lo ha trasformato in un luogo buio, freddo, senza vita, abitato da bande di disperati e predoni. Mentre i due cercano invano più calore spostandosi verso sud, il padre racconta la propria vita al figlio.
Appassionata di libri e cucina, frequento un corso di scrittura creativa. I miei scritti sono stati pubblicati in un’antologia, “Voci nuove” edita da Rapsodia.