Riccardino, l’ultimo libro di Andrea Camilleri

A un anno dalla morte di Camilleri, la Sellerio Editore pubblica il suo ultimo romanzo

 

«Riccardino è l’ultimo romanzo con il commissario Montalbano, lo pubblichiamo a un anno esatto dalla morte di Andrea Camilleri. Desideriamo così onorare uno scrittore, una figura pubblica e una persona straordinari

Queste le parole inserite come note dalla Sellerio Editore all’ultimo lavoro di Andrea Camilleri “Riccardino” uscito il 16 luglio in tutte le librerie italiane e inserito nella Collana “La Memoria” ideata da Elvira Sellerio con Leonardo Sciascia

Andrea Camilleri è stato uno scrittore, un regista, uno sceneggiatore e anche un insegnate dell’Accademia di Arte Drammatica dove, tra i suoi allievi, ha studiato anche Luca Zingaretti da tutti conosciuto come il Commissario Montalbano.

Ed è proprio grazie alla figura di questo commissario di Polizia di Vigata che il pubblico ha iniziato a conoscere e apprezzare Andrea Camilleri.

L’affetto e l’ammirazione per Camilleri è così tangibile che al Cimitero acattolico di Roma dove è sepolto, vengono lasciati quasi ogni giorno messaggi di affetto, sigarette e tanti piccoli oggetti per portare all’amico di tutti noi, un pezzo della sua amata Sicilia.

«Ho smesso di fumare, Maestro, ma non di leggere. Mai. Grazie per l’immenso piacere che ci hai dato con i tuoi romanzi» questo uno dei pizzini d’amore di cui Angelo Melone parla nel bellissimo articolo apparso sul numero 188 di Robinson, l’inserto settimanale dedicato alla letteratura e alla cultura.

Già perché alla fine Andrea Camilleri è entrato nella vita di tutti noi. Impossibile non ricordare le introduzioni alle puntante di Montalbano, con quella sua parlata lenta e scandita, con quell’uso così meticoloso e parsimonioso della lingua italiana da restarne sempre affascinata e cosa dire della sua meravigliosa interpretazione dell’indovino cieco al Teatro greco di Siracusa con Conversazione su Tiresia

 

“Da quando non vedo più, vedo meglio”

 

In finale a Riccardino ci sono alcune note dell’autore; ve ne trascrivo solo un piccolo stralcio che, a mio avviso, caratterizzano la grande verve, l’entusiasmo e la grande vitalità del Maestro

 

«Poi nel novembre del 2016, a 91 anni compiuti,

sorpreso di essere ancora vivo e di avere ancora voglia di scrivere

ho pensato che fosse giusto “sistemare” Riccardino

 

Ebbene sì, lui, il Maestro, si sorprende di essere ancora vivo e con tanta voglia di scrivere ed è con questa vitalità contagiosa che mi appresto a leggere questa sua ultima fatica.

 

Poco importa la trama effettiva del romanzo: so che ritroverò la sua grande ironia, la sua capacità di stupirci con colpi di scena e la sua incredibile maestria di ispezionare la mente umana, con questo dialetto vigatese da lui stesso inventato che, ormai, è entrato a far parte di tutti noi.

 

E adesso, “non scassare i cabasisi” che si inizia a leggere Riccardino.