Il paradiso degli orchi di Daniel Pennac

 

Il paradiso degli orchi è il primo di sei fortunati romanzi dedicati alla saga Malaussène.

Benjamin Malaussène è il fratello maggiore e responsabile di un nugolo di fratellini geniali; una famiglia sui generis composta inoltre da “zii” stravaganti, una madre assente e un cane epilettico; di mestiere fa il capro espiatorio in un grande magazzino.

Vi chiederete ora cosa voglia dire fare il capro espiatorio: Benjamin ha il compito di accollarsi la colpa di tutto ciò che non va in questa attività commerciale, deve subire aspri rimproveri dal suo responsabile di fronte a clienti delusi dal trattamento ricevuto o dalla qualità scadente di un prodotto acquistato. Tutto ciò allo scopo di evitare denunce e rabbonire la clientela insoddisfatta.

Benjamin nella sua affollata esistenza non ha quasi mai momenti di quiete: a lavoro, per il particolare ruolo che riveste e per strani accadimenti che si susseguono; a casa perché i suoi particolari fratellini se lo contendono e pretendono ognuno le sue attenzioni. La giornata di Ben termina soltanto dopo aver raccontato loro  la favola della buonanotte, favola per modo di dire perché altro non è che un resoconto infiocchettato di quanto accaduto nella sua giornata lavorativa.

 

Ho sempre pensato che sarei potuto essere un buon sordo e un pessimo cieco. Toglietemi il mondo dalle orecchie, mi piacerà. Tappatemi gli occhi, morirò. Ma dato che le cose migliori prima o poi finiscono, il mondo riesce a farsi largo fino ai miei timpani.

 

 

L’ironia particolare di Pennac trapela in ogni pagina, non è forse facile coglierla se non ci si immedesima il più possibile in questo universo onirico

L’umorismo sottile e ben dosato ci fa stare con il sorriso sulle labbra per tutte le 200 pagine del libro, la nostra curiosità viene mantenuta viva da una suspence quasi nascosta che rivela poco a poco una terribile realtà: gli orchi non sono solo nelle favole, gli orchi esistono davvero.

Pennac forse non è una lettura molto scorrevole, ma il piccolo sforzo iniziale che ci viene richiesto per entrare nelle sue storie, viene ampiamente ricompensato dall’originalità del tutto, da un finale affatto scontato e dal desiderio che le avventure della famiglia Malaussène continuino ancora.

Clienti inviperiti nonostante l’atmosfera natalizia, bombe che esplodono tra i giocattoli, belle donne cleptomani che si aggirano furtive tra gli scaffali, poliziotti che non sanno a che santo votarsi e sotterranei che nascondono segreti…cosa chiedere di più? Sicuri che sia un romanzo umoristico? A voi lettori l’ardua sentenza.