Non andrà bene per tutti!

Mi unisco a un amico che ha avuto il coraggio di interrompere la catena di ottimismo per dare spazio al sano realismo che serve a dare la giusta consistenza a questo momento difficile, unico e interminabile che ci vede allibiti e paralizzati nei pensieri, nei progetti, nelle aspettative e timorosi sugli sviluppi sconosciuti che potrà avere.
Ormai i decessi sfiorano le mille unità giornaliere e sono numerose le famiglie che si trovano decimate da questo virus spietato, invisibile e silenzioso. E non è rispettoso affermare con leggerezza che, nonostante tutto ciò, “andrà tutto bene”.
Non lo è nei confronti degli oltre 50 medici che hanno lasciato la loro vita per averne salvate altre, in condizioni precarie e senza sosta, così come delle persone che ci lasciamo dietro, così come delle persone che, con turni disumani, prestano la loro opera per contrastare il fenomeno o per assicurare i servizi necessari alla vita civile.E nessuno di noi può affermare con certezza di poterla fare franca o di essere al riparo con tutti i suoi affetti.
Anche quando finirà, non sarà “andata bene”. Ce lo auguriamo tutti, nel modo più veloce e indolore per tutti, ma queste affermazioni hanno il sapore della retorica che trascura la gravità della situazione.
Ci sono persone anziane che sono abbandonate alla propria solitudine, persone ammalate costretta ad arrangiarsi, persone lontane che nonni vedono da diverso tempo e non sanno quando e se riusciranno a rivedersi. E poi ci sono famiglie, improvvisamente senza alcun reddito, a causa della chiusura delle attività commerciali, imprenditoriali e professionali, costrette a fare ricorso ai propri risparmi, se ne dispongono, o a indebitarsi, per reperire beni alimentari. E se non riescono a trovare credito, piombano nella povertà assoluta, in una società blindata, nella quale anche l’assistenza è difficile da prestare.
Facciamo bene a darci coraggio e pensare a un futuro migliore, ma facciamolo con il realismo che ci consente di non sottovalutare ciò che stiamo vivendo.
Qualcuno dice che “non sarà mai come prima” e viene da pensare che questa paura sia fondata. Abbiamo vissuto da privilegiati in un mondo in cui era normale e persino senza valore ciò che oggi sembra un sogno da conquistare, che sarà raggiunto, ma non da tutti noi.
Non si tratta di avere paura di vedere ciò che accade. E non ha senso stordirsi con promesse mirabolanti. Anche perchè la “normalità” che ci aspetta non sarà la stessa da cui proveniamo. Sarà complessa e disseminata di controlli interminabili.
Ma può essere migliore se avremo la memoria di ciò che oggi viviamo (ecco perchè è utile guardare in faccia la realtà) e la sensibilità di apprezzare la libertà ritrovata. E sarà una realtà migliore se penseremo a scongiurare che si ripeta e a ricordarci che se ne siamo usciti, non è per qualche trovata di un esperto o per la scelta di qualche politico, ma solo grazie alla “solidarietà” di chi non ha lesinato energie e risorse personali, a rischio della propria vita.