Indicazioni su Covid-19 per i pazienti oncologici

I suggerimenti degli esperti per affrontare l’emergenza Coronavirus sono rivolti a tutta la popolazione, ma in maniera particolare alle persone più a rischio come immunodepressi, anziani e chi ha malattie importanti, tra cui i pazienti oncologici che in Italia sono circa 3 milioni e mezzo (dati 2019 Associazione italiana di oncologia medica). Le regole igienico-comportamentali suggerite dalle autorità istituzionali per contenere il rischio di contagio, lavarsi spesso le mani con sapone senza toccarsi occhi, naso e bocca, disinfettare le superfici, attenersi ai protocolli indicati dal Ministero della salute per segnalare eventuali problematiche, sono fondamentali per tutti, ma soprattutto per chi è più vulnerabile.

La Fondazione per la ricerca sul cancro (Airc) ha interpellato tre esperti per raccogliere raccomandazioni per chi ha un cancro. Gli specialisti sono Giovanni Maga, direttore del laboratorio di virologia molecolare dell’Istituto di genetica molecolare del Cnr di Pavia, Francesco Perrone che dirige l’Unità sperimentazioni cliniche dell’Istituto nazionale tumori di Napoli e Michele Milella, direttore del Dipartimento di oncologia dell’Università di Verona. Tutti e tre hanno condiviso l’invito alla cautela, in quanto le conoscenze del Covid-19 cambiano velocemente.

I malati oncologici sono sempre più esposti a infezioni ed eventuali complicanze, non solo quindi per il Covid-19, che però è nuovo: ogni paziente va valutato caso per caso, in base alla patologia, alla storia e condizione generale della persona e al tipo di terapia seguita. “Le terapie immunosoppressive, che riducono l’efficienza del sistema immunitario, espongono a un maggiore rischio di contrarre qualunque infezione. Non vi sono indicazioni che un paziente oncologico sia più a rischio di infettarsi specificamente con Covid-19” afferma Giovanni Maga. “Inoltre, verosimilmente, maggiore è la gravità del tumore sottostante e maggiore sarà il rischio di andare incontro a un decorso dell’infezione da Covid-19 più grave rispetto a una persona sana”. Per Perrone non esistono dati certi sui rischi di contrarre il Coronavirus durante la chemio. “Tuttavia è ragionevole pensare, per analogia con quanto accade nel caso dell’influenza stagionale, che in presenza di immunosoppressione da chemioterapia ci possano essere più complicanze e che il loro andamento clinico possa essere peggiore”. Per quanto riguarda il legame tra radioterapia o terapia ormonale. “La terapia ormonale non agisce direttamente sul sistema immunitario, mentre la radioterapia lo influenza meno della chemioterapia, quindi presumiamo che si possa stare più tranquilli”.

In caso di infezione da Covid-19 di un malato oncologico, non ci sono ragioni che giustifichino l’interruzione della terapia oncologica. “Ci si comporta come in caso di polmonite di origine batterica, il trattamento diventa cioè prioritario rispetto a quello del cancro, come d’altronde avviene per tutte le malattie acute” spiega Michele Milella. “L’unica ragione che potrebbe portare a una decisione di questo tipo potrebbe essere il rischio sanitario connesso al luogo dove vengono effettuate le cure. In questo caso vorrebbe dire che il reparto della struttura di riferimento è stato esposto all’infezione da Coronavirus”.

Indicazioni sono rivolte anche a chi assiste i malati, che possono essere un facile mezzo di infezione. “Chi si prende cura di un malato di tumore, specialmente se è in chemioterapia, deve porre massima attenzione a non entrare in contatto con soggetti che presentino sintomi quali febbre e tosse”, aggiunge Perrone. In caso di infezione respiratoria “si raccomanda di mantenere le distanze dal malato e osservare tutte le raccomandazioni contenute nel decalogo diffuso dal Ministero della salute”, conclude Milella.