Mostre in corso nella Capitale

Tra le tante mostre ospitate
a Roma in questo periodo, troviamo ‘Impressionisti Segreti’, ospitata a Palazzo
Bonaparte, che per la prima volta apre le porte al pubblico. Oltre 50 opere inedite
dei più grandi artisti impressionisti tra cui Monet, Renoir, Cézanne, Gauguin e
Signac. I dipinti provengono da collezioni private raramente accessibili e
concessi eccezionalmente per questa mostra. Tale movimento artistico e
culturale nasce durante l’Esposizione Universale di Parigi del 1889 con la
caratteristica dell’essenza del movimento, ovvero la prevalenza di colore
rispetto a quella del soggetto e la non mescolanza di più colori. La pittura
impressionista venne influenzata dalla scoperta della macchina fotografica e
dalle leggi sui colori di Chevreul secondo cui i colori dovevano essere
accostati, ma non mescolati sulla tela, così da garantire la realizzazione
delle scene ancor più realistiche ed i movimenti dei soggetti più fluidi e vicini
alla realtà. Dipingevano ‘en plain air’, all’aria aperta, per la prima volta
fuori dagli atelier per avere la possibilità di dipingere soggetti reali, con un
rapporto diretto con la realtà espressa nel dipinto lavorando anche sulla luce,
rendendo più brillanti i soggetti dell’opera. La mostra sarà visitabile fino
all’8 marzo 2020 (https://www.mostrepalazzobonaparte.it/).

Un’altra esposizione, ospitata fino al 19
gennaio 2020 presso la Casina delle civette di Villa Torlonia ed intitolata ‘Il
giardino delle meraviglie’, è dedicata alle opere di Garth Speight, artista canadese
(http://www.museivillatorlonia.it/it/mostra-evento/il-giardino-delle-meraviglie-opere-dellartista-garth-speight).
Tra le 50 opere realizzate in acrilico, spicca la Natura, tra uccelli
acquatici, ninfee, iris bianchi e blu, fiori di campo, boschi di betulle e
crisantemi. Garth Speight ha sempre coltivato e accresciuto le sue doti
artistiche anche attraverso molti viaggi che hanno reso le sue opere ricche di
particolari artistici appartenenti a realtà culturali diverse. Amante
dell’Italia, trova ispirazione dalle tecniche medievali del dipingere,
realizzando una serie di opere dedicate alle storie della Bibbia, a cui appartiene
il quadro “Il sacrificio di Isacco”, che fa parte della collezione d’Arte
Moderna dei Musei Vaticani. Tra le altre esperienza dell’artista, molti lavori condotti
tra i boschi russi e canadesi, in borghi italiani, tra canali e ponti veneziani
e tra le rovine dell’antica Roma, nel sud della Francia, tra gli edifici di una
Toronto ormai sparita, i tetti e gli scorci di Parigi e le nature morte.
Speight lavora personalmente alle cornici, in modo che ciascuna sia parte
integrante del quadro. Ha esposto in varie città in Italia e in America ed i suoi
quadri sono in collezioni private e pubbliche in tutti i continenti. La sua
arte non è riproduzione, ma interpretazione, è un prodotto della mente, della
memoria, della sua creatività. I quadri che realizza sono come ‘finestre’ attraverso
cui guardare e non solo vedere.

In questo periodo sono esposte a Palazzo Braschi le opere dello scultore Antonio Canova. La mostra, intitolata ‘Eterna bellezza’ ed aperta sino al 15 marzo 2020 (http://www.museodiroma.it/it/mostra-evento/canova-eterna-bellezza),  è incentrata sul legame tra Antonio Canova e Roma, con oltre 170 opere e prestigiosi prestiti da importanti Musei e collezioni italiane e straniere come San Pietroburgo, Musei Vaticani, l’Accademia Nazionale di San Luca, il Musée des Augustins di Tolosa, i Musei di Strada Nuova-Palazzo Tursi di Genova. Il percorso è suddiviso in 13 sezioni, con scelte illuminotecniche ad hoc che rievocano l’atmosfera a lume di torcia con cui l’artista, a fine Settecento, mostrava le proprie opere agli ospiti di notte, nell’atelier di via delle Colonnette. In mostra si ripercorrono gli itinerari compiuti dallo scultore alla scoperta di Roma, sin dal suo primo soggiorno. Importanti i disegni, bozzetti, modellini e gessi, anche di grande formato, che l’artista fece per i grandi Monumenti funerari commissionatogli da esponenti politici e culturali dell’epoca. Una piccola sezione è dedicata alla relazione tra Canova e Alfieri, la cui tragedia Antigone, andata in scena a Roma nel 1782, presenta più di uno spunto di riflessione in rapporto alla rivoluzione figurativa canoviana. La mostra si chiude con uno dei marmi più straordinari di Canova: la ‘Danzatrice con le mani sui fianchi’, proveniente da San Pietroburgo. Antonio Canova nasce vicino a Treviso nel 1757 e dimostra subito una spiccata dote per la scultura; che lo porterà a fare l’apprendista a Venezia e poi ad arrivare nel 1779 a Roma, dove realizzerà le sue opere più importanti, seguendo artisti ed intellettuali che teorizzano un nuovo ritorno al classico e facendo una serie di sculture che lo consacreranno a livelli internazionali.