È certamente una coincidenza, ma la settimana passata è stata caratterizzato, più degli altri, dalla presenza invadente e inquietante di due personaggi che, nonostante appaiano discutibili e sempre al di sopra delle righe, riescono a trovare occasioni per nuove ribalte e persino consensi.
Uno dei due ha percorso il Paese in lungo e in largo prefigurando nemici da respingere e iniziative da promuovere, anche a costo di tracolli, “perchè non si può dire sempre no”. E vanta la condivisione di ampie percentuali di italiani, nonostante che gli stessi siano stati truffati (per quanto si sappia) per almeno 49 milioni, la cui restituzione avverrà “comodamente”, come non è consentito a nessuno, nemmeno agli sfrattati.
L’altro, già noto alle cronache per avere invocato la rottamazione altrui e di essere, invece, rimasto in sella dopo la promessa di abbandonare la scena politica, dopo la sconfitta del cosiddetto referendum (in verità un pastrocchio di articoli con rimandi infiniti per nascondere gli intenti reali). Noto anche per avere pronunciato quel famoso “stai sereno” a chi avrebbe tradito dopo qualche giorno, oltre che per altre storie personali e familiari.
Il primo, in particolare, recentemente si è fatto autore delle dimissioni del Governo di cui faceva parte, giusto nel momento in cui aveva ottenuto tutto ciò che voleva, costringendo gli alleati a così tanti ripensamenti da perdere buona parte del proprio elettorato. Il tutto per potere riuscire a lucrare vantaggi in termini di elettorato, senza però riuscirvi. In poche parole ha cercato di tradire gli impegni assunti per poi recitare la parte del tradito perchè l’operazione non è riuscita.
Il secondo, invece, dopo tante affermazioni “non vere”, di cui si perde il conto, si è esibito nella scissione del partito di cui era segretario fino a qualche tempo prima e nella costituzione di una nuova sigla, inaugurando la stagione del contrasto al Governo che però sostiene, per evitare di andare a elezioni. Dunque, appollaiato sullo strapuntino, ma pronto a spiccare il volo alle prima occasione utile.
Certamente i due hanno storie diverse, ma averli visti nel confronto celebrato nel corso della trasmissione di Vespa, è sembrato di vedere una incredibile affinità.
Indubbiamente uno sfoggia conoscenze culturali, anche se non approfondite, e declama valori nobili, anche se non ci crede e palesemente in contrasto con le proprie azioni. L’altro, invece, non si cura dello stile, manifesta atteggiamenti caserecci, sfodera minacce a tutto spiano e a ogni domanda risponde con la stessa risposta: se ho tanto consenso vorrà dire che lo merito. Dimostrando di esserne sorpreso e di non saperne spiegare le ragioni.
Entrambe le posizioni non sono da sottovalutare: uno sbandiera, da sempre, il diritto di ricorrere alla legge del più forte, tanto da volere imporre un sistema che “avrebbe determinato un vincitore alle elezioni”, come se si trattasse di una partita di pallone e non del governo di una Nazione; l’altro agita le piazze e accende risse contro gli emarginati, come se quelli fossero il problema del nostro Paese, che nel frattempo affonda sotto il peso della corruzione e dell’evasione.
Ma entrambi hanno in comune la tecnica della “distrazione” rispetto ai problemi reali. Non si vuole che la gente diventi consapevole e partecipi. Si cerca soltanto l’adesione a un leader.
Proprio nel secondo giorno di Leopolda è stato affermato il principio della totale assenza di correnti che, tradotto in termini civili vuol dire che decide solo lui. Mentre l’altro, analogamente ha deciso da solo di uscire dal governo e manifesta l’intenzione palese di non dovere dare conto a nessuno.
E la folla li segue entrambi. Forse con numeri diversi, forse con provenienze diverse. E viene spontanea una considerazione: questa è la vera “antipolitica”.
È finita l’era dei circoli, della partecipazione, degli ideali. Adesso si sceglie un leader, prima ancora di sapere come la pensi e lo si sostiene, qualunque cosa faccia.
Non è proprio democrazia. Verrebbe voglia di chiamarla “matteocrazia”.
Santo Fabiano
formatore sui temi della “ecologia relazionale” negli ambiti di lavoro e analista di organizzazione, dopo una lunga esperienza come dirigente nelle pubbliche amministrazione, manager pubblico e city manager, si occupa adesso, in prevalenza di valutazione delle prestazioni e del monitoraggio dell’attività amministrativa e della prevenzione della corruzione nelle pubbliche amministrazioni. Collabora con riviste specialistiche sui temi del management pubblico e coordina il portale www.governolocale.net e il proprio www.santofabiano.it. Soltanto a pochi confida di gestire un proprio blog e collaborare con il portale di informazione www.terzobinario.it