Il 20 novembre si celebra il 29° anniversario dell’approvazione della Convezione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza con eventi, convegni e manifestazioni per stimolare riflessioni e dibattiti sulla condizione dei minori, poco riconosciuta, e spesso violata. I diritti negati sono tanti, troppi, così come le disattenzioni e le violenze sui bambini che rendono, di fatto, la Convenzione solo un pezzo di carta. Nel 1989 l’approvazione della Convenzione, ratificata da oltre 190 Paesi nel mondo, tra cui l’Italia che l’ha recepita nel 1991, ha portato ad una svolta nel modo di guardare al minore: non più oggetto di tutela, ma soggetto dei suoi diritti civili, sociali, politici, culturali ed economici da promuovere da parte di tutti. La Convenzione (http://www.unicef.it/Allegati/Convenzione_diritti_infanzia.pdf) stabilisce una serie di diritti dei bambini, tra cui: il diritto alla vita, alla salute, all’istruzione e al gioco, ma anche quello alla famiglia, a essere ascoltato e protetto dalla violenza e alla non discriminazione. Da allora molta strada è stata fatta, ma ancora tanta ne resta da fare. L’Unicef riporta che ogni anno milioni di bambini sono vittime di violenze ‘non dette’ e di varie forme di abuso, abbandono e sfruttamento in diverse aree geografiche del mondo e perpetrati a casa, scuola, in comunità e nei conflitti armati: si va dalle punizioni corporali agli abusi sessuali, incluse le mutilazioni genitali e il matrimonio precoce. Queste violenze hanno anche ripercussioni socio-culturali ed economiche per il futuro, in quanto i piccoli che subiscono abusi e violenze vedono condizionato il loro sviluppo psico-fisico e diventano spesso adulti vulnerabili.
Dal dossier della campagna ‘Indifesa’ dell’Associazione Terre des Hommes che sostiene i diritti dei minori, emerge che negli ultimi 10 anni in Italia sono peggiorati i dati che riguardano la pedopornografia e le gravidanze tra minorenni: nel 2017 sono aumentati del 57% gli arresti per detenzione di materiale pedopornografico e sono state più di 1500 le mamme under 18, che per la maggior parte dei casi sono italiane e provengono da Sicilia, Campania, Lombardia e Lazio.
Sono aumentati anche i bambini, soprattutto bambine, vittime di violenza domestica che hanno raggiunto il 43%, con 1723 molestati nel 2017 in famiglia. Ma cosa si intende per violenza domestica? Per Telefono Azzurro: si intende “ogni forma di violenza fisica, psicologica o sessuale che riguarda tanto soggetti che hanno/hanno avuto una relazione di coppia, quanto soggetti che all’interno di un nucleo familiare più o meno allargato hanno relazioni di carattere parentale o affettivo” (OMS, 1996). L’Onu ha stimato che ogni anno nel mondo tra i 133 e i 275 milioni di bambini assistono a episodi di violenza in casa.
Nel 2013 l’Italia ha ratificato la ‘Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica’, la cosiddetta Convenzione di Istanbul che prevede protezione e supporto garantiti ai bambini testimoni di violenza domestica, con la proposta dell’introduzione di circostanze aggravanti nel caso in cui il reato sia stato commesso su un bambino o in presenza di un bambino.