Alla scoperta della zanzara tigre e delle misure atte a contrastarla nel nostro Comune
I prodotti utilizzati sono regolarmente registrati presso il Ministero della Salute e sono ovviamente ecocompatibili e innocui per l’uomo e per l’ecosistema.
In Italia vi sono tre specie di zanzare che hanno una diffusione maggiore: la zanzara comune (Culex Pipiens), la zanzara tigre (Aedes Albopictus) e la zanzara coreana (Aedes Koreicus), approdata nel 2011 nel nostro Paese.
La zanzara tigre depone una quantità minore di uova rispetto alle altre specie, privilegiando anche in questo caso la parte interna dei tombini: evita però grandi e medi ristagni d’acqua, preferendo zone con piccoli quantitativi d’acqua, a pochi metri da giardini e abitazioni.
Il comportamento delle tre specie è differente: mentre la zanzara comune raggiunge zone anche molto distanti rispetto al luogo di deposito delle uova, quella tigre rimane più localizzata preferendo zone più umide e ombrose nelle vicinanze delle abitazioni.
Per quanto riguarda, invece, la zanzara coreana, la sua pericolosità risiede nel fatto che attacca anche gli animali domestici, cosa che le altre zanzare solitamente non fanno: la zanzara coreana è infatti vettore di patologie come la filariasi, che nei cani può provocare arresti cardiaci e respiratori.
Tornando alla situazione nel nostro Comune, occorre evidenziare che i cittadini, durante i trattamenti, non dovranno adottare alcun tipo di accorgimento, questo perché durante le operazioni di disinfestazione non ci saranno immissioni incontrollate di prodotti nell’ambiente circostante.
Oltre al trattamento anti-larvale, sarà inoltre attivo un servizio di monitoraggio mediante il posizionamento di “Ovitrappole”: un metodo economico ed efficace per contrastare il proliferare di zanzare tigre, che consiste nell’attrarre le zanzare a depositare le uova – appunto in una trappola – dove saranno distrutte o rimarranno intrappolate.
Per una ovitrappola è sufficiente un bicchiere di plastica nero riempito per metà di acqua e lasciato nel terreno per non più di 5 giorni. E’ così possibile attrarre la femmina che depone le sue uova. Dopo 5 giorni si svuota l’acqua nel terreno (NON nei tombini) e le uova che vi sono state deposte o le larve che si sono formate al contatto con il suolo e senza acqua moriranno.