Le mie impressioni e opinioni sulla questione Cogea

Questa mattina ho partecipato a Santa Palomba all’assemblea pubblica indetta dall’amministrazione comunale di Pomezia sulla vicenda Cogea. È stata un’esperienza per me utilissima, perché mi ha permesso di comprendere direttamente, senza la mediazione, talvolta fuorviante, della stampa, la vera portata della questione. Cogea è un’azienda privata proprietaria di un capannone e di un’area nel quartiere di Santa Palomba a ridosso di Torre Maggiore, uno degli ultimi esempi di architettura medievale presenti nel nostro territorio. Cogea era stata autorizzata dalla Regione Lazio a realizzare in quest’area un impianto capace di ricavare gas dal trattamento dei rifiuti organici. I cittadini di Santa Palomba e l’amministrazione comunale di Pomezia sono scesi sul piede di guerra nel tentativo di scongiurare la realizzazione di quest’impianto dal notevole impatto, peraltro in una zona già gravata dalla presenza di molte industrie di cui alcune a rischio di incidente rilevante. La forte presa di posizione dei cittadini e dell’amministrazione comunale ha portato la Cogea a rivedere il suo progetto. Non verrà più realizzato l’impianto per la produzione di biogas ma un impianto di compostaggio dei rifiuti organici provenienti dalla raccolta differenziata e dalle industrie agroalimentari, e dei fanghi degli impianti di depurazione dei reflui fognari. Un impianto che accelera un processo naturale: la trasformazione dei rifiuti organici e dei fanghi in fertilizzante naturale da utilizzare in agricoltura. L’amministrazione comunale ha inoltre sventato la possibilità che la Cogea potesse in un secondo momento realizzare l’impianto per la produzione di biogas. In più ha ottenuto da Cogea la realizzazione, a sue spese, di una strada di collegamento tra l’impianto di compostaggio e via di Valle Caia, per eliminare o quantomeno limitare il transito dei camion, che conferiranno i rifiuti organici all’impianto, su via dei Castelli Romani e su via Fiorucci. I cittadini presenti all’assemblea hanno in sostanza chiesto all’amministrazione comunale di opporsi alla realizzazione dell’impianto di compostaggio, manifestando perplessità sulla tipologia dei rifiuti che vi entreranno e sul rischio che lo stesso rilasci nell’ambiente miasmi e sostanze che possano compromettere la salute dei cittadini. Il Sindaco, la consigliera regionale Valentina Corrado e gli altri rappresentanti dell’amministrazione comunale hanno spiegato che l’impianto di Cogea ha superato tutte le valutazioni e ottenuto tutte le autorizzazioni. Pertanto la sua realizzazione non può essere contrastata. Inoltre hanno fornito tutte le rassicurazioni sulla sicurezza dello stesso. L’impressione che ho avuto è che le preoccupazioni legittime dei cittadini fossero più dettate dalla cosiddetta sindrome di Nimby (not in my backyard, non nel mio cortile), che da dati incontrovertibili. Allo stesso tempo ho avuto una ulteriore prova della grande capacità dell’amministrazione in carica di affrontare i problemi, cercando di limitare il danno e di ottenere nel contempo il maggior vantaggio per la cittadinanza.
Mario Borgo Caratti