Da circa un mese è iniziata la raccolta differenziata a Pomezia. C’è chi ne è entusiasta e c’è chi, invece, se ne lamenta per via del “grande impegno” che essa implica. Vedere le strade senza più i secchioni dell’immondizia che trasbordano di buste piene di rifiuti rimane, in ogni caso, una visione assai gradita.
Il problema reale sorge quando determinati soggetti decidono di sporcare comunque piazze e luoghi pubblici. Se si esce per fare una semplice passeggiata ci si accorge di cosa sto parlando. Parcheggi, piazze, strade, parchi.. Ogni parte della città viene segnata dalla scia di inciviltà e rifiuti da parte di molti gruppi di ragazzi e non solo.
Si è fatto tanto per creare una città più pulita e sensibile ai problemi dell’ambiente, ma il problema più grave e difficile da sradicare rimane sempre uno: la mentalità delle persone.
La mentalità delle persone difatti è molto difficile da cambiare e nella maggior parte dei casi il ragionamento si riduce ad uno solo. In questo contesto, il pensiero tipico dei suddetti soggetti è qualcosa del tipo “che sarà mai un cartone di pizza o una lattina di birra lasciata per strada”. Infatti, è sempre più diffusa la tendenza di levarsi le responsabilità di dosso, dal momento che tenere una città pulita è un compito che spetta alle istituzioni. Questo tipo di pensiero, in realtà, poi può essere applicato a molte altre occasioni e contesti. Si pensa sempre troppo spesso che non possiamo fare nulla per cambiare, che non c’è uguaglianza e nessuna garanzia dei diritti, che è sempre colpa di qualcun altro.. Ma forse è proprio per via di questo tipo di ragionamento che la società di oggi si trova in questa situazione.
Per cui, non è affatto vero che nel nostro piccolo non possiamo fare qualcosa. Nel nostro piccolo, possiamo evitare di buttare le cartacce a terra, possiamo cercare di collaborare gli uni con gli altri, possiamo trovare delle soluzioni. E’ arrivato il momento di smettere di scaricare le responsabilità sugli altri. Se vogliamo cambiare la società il cambiamento deve partire in primis dai cittadini stessi. Basta lamentarsi di ogni cosa, basta rimanere fermi e basta pensare che non si può fare nulla.
Alla fine, basta solo un po’ di civiltà e rispetto.
1 Comment
Sig.na Bernardi le sue osservazioni sono corrette partendo da una base di civiltà adeguata. Trovo che l’analisi applicata ai colpevoli non prenda in considerazione lo stato sociale e lo stato morale dei cittadini. Spesso e volentieri la mancanza di un’educazione non è una colpa ma una pena che genera disordine nelle priorità di una persona, come, in questo caso, il decoro della città. In presenza di un’educazione invece, può subentrare la mole di stress generata da tutte quelle piccole disgrazie/gioie che la vita ci presenta facendoci dimenticare l’impatto ambientale che ha gettare per terra una cartaccia di una caramella. Buona giornata.