Un momento internazionale di sensibilizzazione sul tema per ricordare come il rischio sia sempre dietro l’angolo, a partire dai rapporti sessuali non protetti, causa principale di infezione da Hiv, soprattutto tra i più giovani. Prevenzione e informazione sono fondamentali per evitare i comportamenti a rischio
Anche quest’anno la Giornata per la lotta all’Aids, che si celebra il 1 dicembre in tutto il mondo, è un appuntamento importante per informare sulla malattia non ancora debellata, nonostante gli enormi progressi compiuti sul versante della cura, e sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi che si corrono se non si utilizzano le giuste precauzioni, a partire dai rapporti sessuali protetti, attuale causa principale di infezioni da Hiv.
Numerosi gli eventi e le manifestazioni organizzati a livello mondiale. In Italia, tra le varie iniziative, la Lega italiana per la lotta contro l’Aids (Lila), farà prevenzione e informazione sul tema con giornate di test gratuiti e spettacoli anche insieme alla Coop che per l’occasione ha donato alla Lila 25mila preservativi a suo marchio, che verranno distribuiti gratuitamente insieme al materiale informativo dell’associazione (www.lila.it).
Secondo i dati del Centro operativo aids (Coa) dell’Istituto superiore di sanità, nel 2014 in Italia i casi colpiti da Hiv e Aids sono stati 3.695. Le modalità di trasmissione del virus sono rappresentate nell’84% dei casi da rapporti sessuali omo/eterosessuali non protetti. Il virus colpisce più gli uomini che le donne e maggiormente i giovani tra i 25 e i 29 anni, con il 25% di persone malate che non sanno di esserlo e che potrebbero dunque trasmettere il virus inconsapevolmente. Il nostro Paese è al 12° posto nell’Unione europea, e le regioni che hanno mostrato valori più alti sono state il Lazio, la Lombardia e l’Emilia-Romagna.
Sebbene sia noto che l’utilizzo del preservativo è lo strumento più efficace per prevenire la trasmissione del virus, questo semplice strumento di prevenzione è ancora troppo poco utilizzato, soprattutto dai giovani. Da una recente indagine nazionale condotta tra i ragazzi di età compresa tra 15 e 25 anni, risulta che il 73% dei giovani non conosce le più importanti malattie trasmesse sessualmente; il 33% non è capace di stimare il pericolo rappresentato dall’Hiv/Aids; solo il 29% dei ragazzi e il 35% delle ragazze usano il preservativo. Dati che testimoniano la scarsa percezione del rischio tra gli eterosessuali, che eseguono il test quando c’è già il sospetto di una patologia Hiv-correlata.
Fondamentale è la prevenzione, l’astensione dai rapporti a rischio, l’uso regolare del profilattico, ma anche l’effettuazione regolare del test se si hanno avuti rapporti non protetti, se si inizia una nuova relazione, o anche solamente in caso di dubbio. Conoscere la propria situazione è importante, sia per proteggersi in caso di esito negativo, che per cercare aiuto dalle cure in caso di esito positivo prima che compaia la malattia.
Molto è stato fatto, ma la strada è ancora lunga. I morti per Aids nel mondo sono ridotti rispetto al passato, anche grazie all’utilizzo di farmaci antiretrovirali che hanno ridotto mortalità e numero di infezioni. Non va però abbassata l’attenzione mediatica rispetto a questa malattia che ancora oggi conta una nuova infezione ogni due ore, e che all’interno dell’opinione pubblica ha prodotto l’errata percezione che il virus dell’Hiv sia un problema superato.
Sociologa e formatrice, romana, ma da tanti anni a Pomezia, mi occupo di
comunicazione, viaggi e scienze sociali soprattutto su tematiche inerenti l’infanzia, l’adolescenza e le questioni di genere.