Hunger Games giunge al termine. Con Il Canto della Rivolta parte 2, infatti, si conclude una delle saghe più di successo degli ultimi anni, tanto da rivelarsi un vero e proprio fenomeno. Per qualcuno una liberazione di cui sicuramente non sentirà la mancanza, per gli altri un mix di emozioni dovuto alla parola fine. Perché come ogni tradizione che si rispetti, i milioni di fan sparsi in giro per il mondo hanno dovuto dire addio, tra lacrime e tristezza, a quei personaggi che li hanno accompagnati nel corso degli anni, prima supportati tra le pagine dei romanzi originali scritti da Suzanne Collins e poi incitati negli adattamenti cinematografici, tanto da creare alleanze e raduni specifici. Hunger Games, quindi, ha saputo ritagliarsi una vetrina importante nel cuore dei giovani, grazie soprattutto alla sua protagonista, quella Katniss diventata simbolo della rivoluzione e idolo dei tributi.
Un personaggio diverso dal solito, arrogante, anticonformista, duro, ma diventato eroico proprio per questo e per non essere sinonimo di perfezione (non a livello fisico, s’intende). Il Canto della Rivolta parte 2 è la degna conclusione di una saga partita come young adult ma che con il tempo ha saputo trasformarsi in qualcosa di molto più profondo e, purtroppo, attuale. L’ultimo capitolo, infatti, si concentra sulla guerra conclusiva che Katniss e i ribelli conducono contro Capitol City e il Presidente Snow per un mondo libero e una democrazia equa per tutti i distretti.
Ma, soprattutto, viene evidenziato il ruolo che Katniss ha avuto in tutto questo: usata e manipolata per la causa, lei che voleva solamente salvare sua sorella Prim dai primi Hunger Games si è ritrovata in una lotta per la sopravvivenza continua, a prestare il suo volto e il suo “fuoco interiore” per qualcosa di molto più grande. Per il potere dei media e del successo. Alle ferite psicologiche e mentali della guerra, rese perfettamente nella seconda parte del film, si è aggiunta quella componente sentimentale sempre molto cara ai fan, con un Peeta che trasmette dolcezza anche se depistato e un Gale che si rivela un combattente nato, in un triangolo che si conclude con un epilogo che, per una volta, mostra un pò di pace.
Una pace avuta dopo perdite importanti di personaggi che con coraggio hanno saputo lottare per un obiettivo comune. Hunger Games, quindi, lascia in eredità una storia di formazione, giustizia e ribellione e consacra Jennifer Lawrence come una delle attrici più significative della sua generazione. Il successo dell’intera saga, infatti, è dovuto principalmente a lei e al resto del cast, Josh Hutcherson e Liam Hemsworth su tutti, ma impreziosito anche da nomi importanti come Julianne Moore, Donald Sutherland e Philip Seymour Hoffman, senza contare la simpatia riscontrata da Woody Harrelson e Sam Claflin. Il resto l’hanno fatta una trama coinvolgente e una eroina fuori dagli schemi. In attesa che Hollywood scopra la prossima trilogia da raccontare, consoliamoci con la consapevolezza che certe emozioni saranno difficili da ripetere e dimenticare. Vero o falso?
Martina Farci