750 anni fa nasceva uno dei capisaldi della letteratura italiana, unico ed inimitabile: Dante Alighieri. Quest’anno ricordiamo il suo anniversario di nascita tramite eventi organizzati in tutta Italia. Nonostante siano passati così tanti secoli da quell’epoca così distante a noi quale è il Medioevo, ritroviamo ancora temi di grandissima attualità all’interno delle sue opere.
Dante è sempre stato un uomo di cultura e non solo: era appassionato di politica, innamorato della filosofia e un uomo esiliato e condannato. Egli fu uno dei primi ad interessarsi allo studio della lingua e dei dialetti, definendo anche l’italiano che parliamo oggi. Fu il creatore della famosa “donna angelo” e il primo a coniare i termini “bello stilo” e “stilnovismo”, corrente letteraria di cui lui stesso sarà uno dei massimi esponenti. Fu anche un uomo di Chiesa, ma capace di condannare gli stessi papi che hanno abusato del loro potere.
Superbo, insicuro, combattuto. Insomma, fu un uomo in ogni senso e visse una vita tormentata, tra passione e dolore. Nella sua più grande opera, Dante esprime se stesso, la sua evoluzione e ascensione.Analizza l’amore lussurioso, provocato dalla stessa letteratura, definendolo primordiale e peccaminoso. Amore che si contrappone a quello spirituale e di elevazione. Condanna anche se stesso, mettendosi così in discussione. Condanna i corrotti, i politici e gli ecclesiastici.
Ecco come magicamente tutto si ricollega in quelle pagine, capaci di farci scorgere i fili conduttori che collegano la storia, tutta la storia, letteraria e non. Per questo motivo ci sentiamo tanto coinvolti nelle celebri terzine della “Divina Commedia”: possiamo rivederci ed identificarci in esse. Oggi forse più che mai, un passo in particolare ci coinvolge maggiormente, ossia quello del canto XXVI dell’inferno. Le parole di Ulisse, il cui spirito arde nella bolgia dei consiglieri fraudolenti, sono così d’impatto tanto da non poter essere mai dimenticate. Perché nella vita ci vuole curiosità, ci vuole passione, ci vuole coraggio. Bisogna viaggiare, conoscere e avere sete di sapere. Bisogna avere uno sguardo capace di puntare più in là dell’orizzonte, ma al contempo bisogna essere consapevoli dei propri limiti.
“Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza”