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Crusca, a domanda risponde

By Marina Landolfi on 14 Maggio 2015
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Crusca, a domanda risponde

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Qual è o qual’ è? Perché in soqquadro ci vanno due ‘q’? Si può dire ‘la ministra’? La risposta a questi e a circa altri 200 dubbi sul lessico e la grammatica dell’italiano sono contenuti nel volume ‘La Crusca risponde. Dalla carta al web 1995-2005’, a cura di Marco Biffi e Raffaella Setti (Edizione Le Lettere).
In più di dieci anni, l’Accademia della Crusca ha risposto a oltre 6.000 domande attraverso il semestrale ’La Crusca per voi’, rivista fondata nel ’90 da Giovanni Nencioni e diretta dal 2002 da Francesco Sabatini, e via web tramite il Clic (Centro di consulenza sulla lingua italiana contemporanea), registrando oltre 7 milioni di visite al sito. Gli italiani si rivolgono alla Crusca per una consulenza soprattutto per motivi professionali, divergenze di opinioni tra amici o colleghi in merito a una forma o a un particolare uso linguistico, e all’incertezza di fronte alla diffusione di nuovi usi linguistici sotto la pressione dell’attualità.
I pareri dispensati da linguisti, accademici e giovani ricercatori cercano di far capire che l’italiano è una lingua viva proprio perché cambia, malgrado dal 1582 la Crusca cerchi di preservarne la ‘purezza’.Conservare l’italiano non significa fossilizzarlo, ma mantenerlo elastico, e con questo libro l’Accademia vuole essere una bussola di orientamento che aiuti a eliminare molte paure spesso infondate, per diffondere una maggiore consapevolezza dei valori e delle potenzialità dell’italiano.
Vengono sfatati molti miti. Non è sbagliato scrivere ‘il zucchero’, mettere la ‘e’ a inizio frase o scrivere ‘la ministra’. Nel volume viene ribadita l’opportunità di usare il genere grammaticale femminile per indicare ruoli istituzionali (la ministra, la presidente, ecc.) e professioni alle quali l’accesso è normale per le donne solo da qualche decennio (chirurga, magistrata, ecc.) così come del resto è avvenuto per mestieri e professioni tradizionali (infermiera, maestra, attrice ecc).
Ma perché il nome Crusca? L’Accademia della Crusca sorse nel 1582 a Firenze, per lo studio e la conservazione della lingua nazionale italiana, con il decisivo contributo del letterato L. Salviati che desiderò separare il ‘fior di farina’ (cioè la buona lingua, identificata con il fiorentino del Trecento), dalla ‘crusca’. Nel 1590 cominciò la preparazione del vocabolario della lingua italiana, che uscì a Venezia nel 1612. Per rivolgere una domanda alla Crusca, si compila un modulo on line, nella sezione ‘poni un quesito’ del sito www.accademiadellacrusca.it. La redazione quotidianamente esamina i quesiti e risponde a quelli che ricorrono con più frequenza. Tra le nuove parole, si trovano anche whatsappare, apericena, fleggare.

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