Si è svolto lo scorso 29 marzo, presso l’Aula Magna del College “Selva dei Pini” di Pomezia, l’incontro tra i residenti di Campo Jemini e il criminologo dott. Francesco Caccetta dell’Associazione nazionale “Controllo del Vicinato”, alla presenza anche di altri cittadini provenienti dagli altri quartieri e di alcuni consiglieri comunali.
Campo Jemini è il primo territorio del Comune pometino ad aver sposato l’idea del controllo del vicinato, basata sulla rivalutazione della coesione sociale in chiave di sicurezza urbana partecipata: infatti, più di 50 cittadini si sono costituiti in gruppo attivo per diventare veri e propri “occhi attenti” sul territorio.
Nel corso della riunione il dott. Caccetta ha da subito sgomberato il campo da uno dei più frequenti equivoci: il controllo del vicinato non si può nemmeno lontanamente accostare al fenomeno delle “ronde”, in quanto non prevede alcun pattugliamento organizzato del territorio, ma si configura piuttosto come la necessità di recuperare quella coesione sociale e quei rapporti “di buon vicinato” che, soprattutto oggi, possono essere un efficace deterrente contro i fenomeni di degrado urbano.
Attualmente, in Italia, sono circa 100 i Comuni che adottano il Controllo del Vicinato come strumento di sicurezza urbana partecipata.
E i primi risultati sembrano indicare una riduzione dei fenomeni delinquenziali.
L’assunto di partenza è una semplice analisi del contesto attuale: per rispondere alle esigenze dei cittadini e combattere l’altissima percezione di insicurezza urbana, occorrerebbe un dispiegamento di forze di polizia notevole.
Un piccolo ma significativo dato sulla domanda massiccia di sicurezza da parte dei cittadini: la legge n. 296/2006 (legge finanziaria per il 2007) ha autorizzato i prefetti a stipulare convenzioni con le Regioni e gli enti locali per realizzare programmi straordinari per incrementare i servizi di polizia, di soccorso tecnico urgente e per la tutela della sicurezza dei cittadini, accedendo alle risorse logistiche, strumentali o finanziarie che le Regioni e gli enti locali intendono destinare nel loro territorio per questi scopi.
Ebbene, secondo i dati pubblicati nel sito ufficiale del Ministero dell’Interno, dal novembre 2006 all’ aprile 2011 sono stati sottoscritti ben 62 Patti per la sicurezza.
Ma sappiamo tutti che, specie in un periodo come questo di grande crisi economica che non risparmia alcun settore, non è verosimile ragionare in questi termini… non si può mettere una macchina della polizia, dei carabinieri o della polizia municipale in ogni strada del nostro Comune: in questo modo nasce l’esigenza – e di necessità si tratta – di organizzarsi “dal basso”, di fare ognuno qualcosa per il proprio territorio.
Nel programma del Controllo del Vicinato, i cittadini operano in via “preventiva” contro l’insicurezza: vale a dire, alzare l’asticella dell’attenzione al proprio territorio e segnalare gli eventi che destano insicurezza alle forze di polizia.
Le segnalazioni devono essere il più possibile precise e dettagliate e, quando possibile, devono essere veicolate da un “interlocutore referenziato” – il coordinatore del gruppo – che quindi avrà un canale preferenziale di comunicazione con le autorità preposte.
Il gruppo Campo Jemini del Controllo del Vicinato, dopo la prima sessione di formazione ad opera del dott. Caccetta, è dunque pronto alla sperimentazione territoriale del progetto e si riunirà nuovamente, a breve, per approvare un sistema condiviso di comunicazione che si avvarrà della tecnologia e dei più diffusi “strumenti social”.