Quant’è bella Pomezia. Oggi andiamo al…
…Museo di Pomezia (Pratica di Mare)
Quando sono arrivato a Pomezia, nel 2007, ero sicuro di aver fatto una scelta tutto sommato giusta: vicino al mare, tanto verde e finalmente senza più il caos urbano della Capitale.
E ricordo con molto piacere quando il mio nuovo vicino di casa mi consigliò di fare visita a una delle bellezze pometine, tra l’altro a poche centinaia di metri dalla mia abitazione, il Museo di Pratica di Mare.
Inaugurato nel 2005, questo luogo da un fascino tutto particolare, essendo anche a pochi passi dal bellissimo Borgo medievale di Pratica di Mare, raccoglie reperti dell’antica città di Lavinium, databili tra il X secolo a.C. e l’età romana, e li presenta al pubblico tramite filmati e ricostruzioni animate di alcuni scorci della vita degli antichi padri.
E’ proprio questo mix tra testi e immagini, reperti e filmati-ricostruzioni (anche in 3D) con le colonne sonore che danno forza a una nuova idea di percepire il museo: non più il solito, classico luogo, dove a volte – diciamolo chiaramente – la noia la fa da padrona, ma un “portale spazio/temporale” che ci riporta indietro di 2700 anni, in quello che era e che sarà sempre il centro sacro e il cuore pulsante dell’italica stirpe fondata da Enea e proseguita dai suoi discendenti, tramite la grande civiltà di Roma antica.
Tra i reperti più interessanti si possono segnalare, nella sala di “Minerva Tritonia”, la statua di Minerva e le grandi statue votive in terracotta, prevalentemente femminili, provenienti dal santuario della dea frequentato dall’aristocrazia del tempo.
Tra quelli più antichi si segnalano, invece, i corredi funebri della necropoli protostorica, con tombe datate tra il X e il VII sec. a.C. cui appartengono i monili e gli strumenti di lavoro femminili.
Una menzione particolare, infine, spetta alla sala dedicata ad Enea: in essa vi sono raccolti molti degli oggetti del corredo funebre ritrovati nel monumento sepolcrale di Enea, nel quale gli antichi pensavano fosse deposto il mitico personaggio.
Tra questi, oltre al corredo personale, la spada, le lance e il coltello sacrificale, i numerosi vasi decorati da incisioni per conservare e bere il vino, i grandi spiedi con gli alari in ferro usati per arrostire la carne nel banchetto rituale ed oggetti curiosi come la grattugia bronzea del VII sec. a.C., utilizzata per “condire” il vino con cacio caprino come voleva la moda greca.
Se volete visitare questo incantevole luogo, dovete recarvi in via Pratica di Mare (Tel./Fax 06 91984744).
QUANDO
Maggio – settembre: mar-dom 10,00-13,00/15,00-20,00.
Ottobre – aprile: mar/mer/gio 10,00-13,00; ven/sab/dom 10,00-13,00/15,00-19,00.
Giorno di chiusura: lunedì.