<<They’re screwing with the wrong people!>>… hanno fatto “arrabbiare” le persone sbagliate!
Come può una serie televisiva sugli zombie coinvolgere adolescenti, nerd di ogni età, nonche i loro genitori? Per saperlo dovremmo chiedere la “ricetta” alla AMC, casa di produzione americana, che dal 2010 porta sul piccolo schermo la storia dello sceriffo Rick Grimes, tratta, o meglio, liberamente ispirata, dall’omonimo fumetto The Walking Dead.
Questa serie TV è riuscita a far vedere zombie in putrefazione dilaniare corpi e arrancare notte e giorno in cerca di carne fresca, anche a chi, di tutto questo, non ne ha mai voluto sapere nulla.
Una delle carte vincenti della sceneggiatura sono i tempi narrativi, i quali spaziano da momenti di assoluta calma a minuti di panico nei quali succede qualsiasi cosa. Allo stesso tempo questa tecnica può essere una lama a doppio taglio, poichè chi ama la continua souspance potrebbe rimanere deluso.
Ma veniamo alla storia: la prima puntanta della prima serie è ambientata nel mondo così come lo conosciamo. Durante un inseguimento Rick e il suo amico e collega Shane, entrambi sceriffi della contea di King, Georgia, vengono conivolti in un conflitto a fuoco nel quale il protagonista viene ferito. Ci svegliamo con lui, da solo, in un ospedale deserto e devasto da quella che sembra una carneficina. Sangue ovunque, cadaveri e nessun segno di vita.. anzi.. ci sono dei rumori che provengono da una doppia porta ben incatenata! Ci accorgiamo di mani putrefatte che cercano di farsi strada per uscire e la celebre scritta “DON’T OPEN DEAD INSIDE“… non aprite.. morti all’interno! E’ cosi’ che, insieme a Rick, veniamo letteralemente catapultati in una realtà spaventosa, nella quale gli zombie sono ovunque e il mondo non è più sotto il controllo dell’uomo.
Questo inizio, estremamente simile ai primi dieci minuti di 28 giorni dopo, capolavoro del genere di Danny Boyle del 2002, è intrigante a tal punto che non riusciamo a stalutare Rick finchè non scopriamo cosa sia successo e se c’è la benchè minima speranza, per lui, di ritrovare la moglie e il figlio.
Ma questo era il 2010, ora, cinque anni dopo, siamo nella trepidante attesa della seconda parte della quinta stagione. Nel frattempo sono successe innumerevoli cose…
La seconda carta vincente di questa serie è l’evoluzione dei personaggi che cambiano e rivoluzionano se stessi per poter sopravvivere in questa nuova realtà.
La terza carta vincente è l’aver saputo cogliere e sviluppare la parte più intrigante delle storie ambientate durante un’ipotetica apocalisse zombie: cioè che dopo un pò, gli zombie, sono l’ultimo dei problemi! La trama, infatti, si dirama facendoci capire che l’ambientazione è quella di un mondo nel quale starsene da soli può essere molto pericoloso. Allo stesso tempo, fidarsi del primo gruppo di sopravvissuti, può equivalere a morte certa.
E’ un telefilm avvincente, che coinvolge e ti inchioda allo schermo, smaniando per sapere come andrà a finire.
La pecca sta nell’esagerata fortuna che contraddistingue alcuni personaggi, i quali si salvano in modi davvero ingegnosi, per non dire forzati.
Attendiamo con ansia il prossimo 9 febbraio per scoprire cosa succederà a Rick e ai suoi compagni, soprattutto alla luce degli ultimi avvenimenti: ci sono state importanti perdite, ma attendiamo altrettanto importanti ricongiungimenti.
Come fan della serie, mi auguro che gli sceneggiatori e produttori non perdano la bussola e che riescano a trovare la meta alla fine di questo lungo viaggio.
Buon finale di stagione!
Renata Marcelli