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Le criticità Liquigas S.p.a rischio incidente rilevante

By Redazione on 10 Aprile 2014
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Le criticità Liquigas S.p.a rischio incidente rilevante

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Il 24 febbraio scorso il sito del Comune di Pomezia ha pubblicato un avviso di “Consultazione della popolazione sui piani di emergenza esterni alle industrie a rischio di incidente rilevante” con riferimento alla Società Liquigas S.p.a.

Di cosa si tratta?

Con tale avviso la Prefettura di Roma tramite il Comune, ottempera al disposto del Decreto del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare 24 luglio 2009, n. 139, che disciplina le forme di consultazione della popolazione sui piani di emergenza esterni alle industrie a rischio di incidente rilevante.

Nel quadrante di Santa Palomba sono attualmente presenti 4 attività classificate come “a rischio rilevante incidente”: Deposito Liquigas, Deposito ENI, Chimec e Procter & Gamble. Per questo tipo di impianti è prevista la redazione di un Piano di Emergenza Esterno (cosiddetto P.E.E.).

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Strada

Sul sito del Comune è inoltre presente una sezione dove sono pubblicate le schede redatte dai gestori degli impianti, obbligatorie in base alla normativa vigente (Direttive SEVESO).

In questa sezione si legge tra le altre cose che “l’informazione ai cittadini residenti in prossimità dell’area ove è ubicato uno stabilimento a rischio di incidente rilevante, oltre a costituire parte integrante dell’azione di prevenzione del rischio connesso con l’attività industriale, è fondamentale anche per la buona riuscita dell’applicazione della pianificazione di emergenza al momento del verificarsi di un qualche evento accidentale”.

In data 24 marzo il Comitato di Quartiere Roma2, sulla base della documentazione disponibile, ha presentato delle osservazioni alla Prefettura di Roma, chiedendo integrazioni e chiarimenti sull’attuazione del Piano di Emergenza Esterno che risulterebbe carente in diversi aspetti.

Il giorno 7 aprile si è tenuta presso l’Aula Consiliare del Comune di Pomezia la prevista assemblea pubblica, alla quale hanno partecipato il Sindaco Fabio Fucci e l’ing. Curci per il Comune, un rappresentante della Prefettura di Roma e i rappresentanti della Liquigas S.p.a.

Abbiamo incontrato una rappresentanza del CdQ Roma2, zona limitrofa allo stabilimento in questione, che ci ha raccontato di aver espresso delle osservazioni al piano di emergenza esterno in questione e, alla domanda sulle criticità rilevate, ha così risposto:

“Il primo problema risiede nell’effettività dell’informazione, abbiamo invitato i nostri interlocutori a fare un giro nel quartiere per chiedere direttamente alla persone che lo abitano, ai lavoratori che lo frequentano, se siano a conoscenza dell’esistenza di stabilimenti a rischio incidente rilevante e dei comportamenti da seguire in caso di incidente, in quanto siamo sicuri che pressoché nessuno sappia nulla. È per noi di fondamentale importanza che l’informazione non si esaurisca con gli avvisi affissi all’albo pretorio, ma si articoli in campagne informative che raggiungano in maniera effettiva la popolazione affinchè tutti sappiano come comportarsi in caso di incidente.

Studiando la normativa di riferimento abbiamo capito che, affinché si adottino le misure di sicurezza più adeguate è fondamentale l’analisi del rischio, ossia dei possibili scenari incidentali; ci ha particolarmente colpito il fatto che, sebbene nell’impianto Liquigas vi siano ben 4 serbatoi da 200 mc di GPL allo stato liquido, quindi ad alta pressione, sia stato escluso il rischio esplosioni dagli scenari possibili.

Inoltre abbiamo sottolineato che, in altri Comuni interessati dalla presenza di stabilimenti simili a quello in questione, tutta la documentazione afferente la sicurezza e quindi i piani di emergenza esterna, la cartografia con le aree di danno, l’elaborato R.I.R (previsto nell’ambito della pianificazione del territorio) è disponibile sul sito del Comune, mentre sul sito del Comune di Pomezia vi è poco o nulla”.

A tal proposito il Sindaco Fabio Fucci ha confermato che l’elaborato R.I.R. è attualmente inesistente, in quanto mai predisposto in passato dal Comune di Pomezia, ma ha tenuto a precisare che la sua Amministrazione, appena venuta a conoscenza di questo fatto, si è immediatamente attivata per la sua elaborazione.

L’assenza di tale elaborato, previsto esplicitamente dalla legge, è un fatto molto grave in quanto lo sviluppo del territorio e di conseguenza i permessi di costruire sono stati rilasciati senza tener conto in modo appropriato della presenza degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante.

Il CdQ Roma2 ci ha esposto le sue perplessità sulla viabilità :

“Un altro aspetto critico è rappresentato dalla viabilità. L’intero sito industriale caratterizzato dagli stabilimenti a rischio incidente rilevante è difatti costituito da una serie di strade attualmente in condizioni a dir poco pietose. Inoltre vi è un’unica via di accesso, Viale Cesare Fiorucci, che a nostro parere è insufficiente a garantire il deflusso dei lavoratori e l’acceso dei mezzi di soccorso in caso di incidente e che comunque potrebbe divenire impraticabile qualora si sviluppino nubi di fumo.”

Il CdQ In assemblea ha proposto l’apertura di due strade, peraltro già esistenti: via della Siderurgia e via di Torre Maggiore. L’ing. Curci ha però spiegato che, per l’apertura di via della Siderurgia, si dovrebbe costruire un ponte sulla ferrovia senza interrompere il traffico ferroviario, opera al momento non sostenibile e comunque per la quale non sono disponibili e ipotizzabili finanziamenti.

L’apertura di Via di Torre Maggiore invece, sempre secondo l’Ing. Curci, sarebbe particolarmente complessa poiché necessiterebbe l’esproprio dei terreni di proprietà della Città del Vaticano.

Il CdQ Roma2 conclude osservando che :

Tutte queste risposte, sebbene circostanziate e motivate, ci lasciano la convinzione che Viale Cesare Fiorucci sia insufficiente a garantire la sicurezza di cittadini e lavoratori della zona e che conseguentemente, occorrerebbe attivarsi per creare altre vie di fuga alternative e comunque per rendere migliori quelle esistenti.
Abbiamo presentato le osservazioni e partecipato all’assemblea pubblica nella consapevolezza che non avremmo risolto il problema della sicurezza industriale a Santa Palomba, il nostro intento era quello di fare in modo che si accendessero i riflettori su una questione che nel passato è stata per troppo tempo trascurata e sottovalutata. Speriamo di esserci riusciti”.

In tutto questo si inserisce l’annosa questione della ormai famosa “Pomezia-Santa Palomba” che potrebbe essere in teoria uno sbocco della zona alternativo, ma che se realizzata così come nel progetto, non farebbe altro che aumentare il carico di Viale Fiorucci come via di fuga verso i Castelli e l’Ardeatina.

 

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