La Giornata Tricolore a Pomezia
Domenica 16 marzo 2014 la piazza Indipendenza di Pomezia ha ospitato la “Giornata Tricolore, in omaggio all’Unità d’Italia”, 4a edizione dedicata a Giuseppe Verdi patriota del Risorgimento.
La manifestazione storico culturale è stata organizzata dall’Associazione dei Coloni con il patrocinio della Città di Pomezia e della ProLoco, con la partecipazione del gruppo scout Assoraider, delle associazioni militari e di volontariato di Pomezia ed il gruppo storico Garibaldino.
La giornata è iniziata in mattinata con il raduno del coordinamento dei Coloni per l’allestimento delle mostre e per l’imbandieramento con i drappi tricolore mentre gli scout dell’Assoraider hanno allestito una struttura in legno per l’Alzabandiera Tricolore.
Alle 10.30 alla presenza del sindaco Fabio Fucci, della vicesindaco Elisabetta Serra, dell’ assessore Veronica Filippone, dei cittadini che hanno affollato la piazza, delle associazioni militari e di volontariato del territorio, si ė tenuto sulle note dell’inno di Mameli, il saluto alla città con l’Alzabandiera Tricolore a cura del gruppo scout Assoraider.
Successivamente la manifestazione è proseguita con un intervento del sindaco Fabio Fucci che ha introdotto la giornata, sottolineando il valore del Tricolore, per proseguire con l’esecuzione del “Va, pensiero” dal Nabucco di Verdi e la lettura di alcune poesie del Risorgimento.
La giornata ha dato vita ad intrattenimento con momenti folcloristici e popolari, musiche del Risorgimento , mentre gli archi della piazza hanno ospitato mostre fotografiche e pittoriche.
Figura chiave della giornata è stato appunto Giuseppe Verdi, il più famoso compositore italiano, ammirato in tutto il mondo, che nacque a Roncole di Busseto il 10 ottobre 1813 e che ebbe un ruolo attivo durante il Risorgimento. Verdi partecipò attivamente alla vita pubblica del suo tempo, fu infatti complice del tentativo di colpo di stato organizzato da Garibaldi inserendo all’interno delle sue opere messaggi sovversivi che in modo subliminale incitavano alla ribellione.
Il famoso acronimo W V.E.R.D.I, che significava W Vittorio Emanuele Re d’Italia, venne usato dai golpisti per riconoscersi tra loro mentre gli austriaci, accortisi del gioco di parole, risposero con W M.O.Z.A.R.T ossia W Markus Ottone Zar Ammazza Ribelli Traditori.
Nel 1861, sollecitato da Cavour, Verdi si sentì chiamato all’impegno politico, venne prima eletto deputato del primo Parlamento Italiano e nel 1874 venne nominato senatore.
Giuseppe Verdi morì a Milano il 27 gennaio 1901 ed è oggi sepolto nella Casa di Riposo dei Musicisti da lui fondata e da lui stesso definita ” la mia opera più bella”.