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L’occasione mancata della ricerca medica in Italia

By Marina Landolfi on 29 Gennaio 2014
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L’occasione mancata della ricerca medica in Italia

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Leggere ‘Il bagnino e i samurai’ di Daniela Minerva, giornalista scientifica e di Silvio Monfardini, oncologo di fama internazionale, accende emozioni e stati d’animo molto diversi tra loro, come sdegno, rabbia, combattività e speranza. Nel libro, a partire dal titolo, tali sentimenti tratteggiano due posizioni antitetiche, protagoniste del mancato sviluppo della ricerca medica in Italia negli anni ’60.
Da una parte, sdegno e rabbia verso una classe politica rapace e ignorante e imprenditori miopi che, tra mazzette ed errori gestionali, non hanno raccolto le sfide della grande industria in grado di fare ricerca biomedica, rinunciando così ad entrare nella modernità.
Dall’altra, la combattività dei samurai, i sette giovani ricercatori che, circa 50 anni fa e sotto la guida di Gianni Bonadonna dell’Istituto Tumori di Milano, fecero le prime sperimentazioni della chemioterapia: Mario De Lena, Emilio Bajetta, Gabriele Tancini, Gianni Beretta, Pinuccia Valagusa e Silvio Monfardini, l’autore del libro. Scoprirono l’adriamicina, molecola tutta italiana (il nome è ispirato al Mar Adriatico), che si impose poi in tutto il mondo per curare diverse forme di cancro, a partire da quello al seno. I samurai raccolsero la sfida statunitense capeggiata dal presidente R. Nixon di fare guerra al cancro ma che poi si fermò lì, collocandoci così fuori dal gotha del mercato farmaceutico mondiale (che vale oltre mille miliardi di dollari e che cresce dell’8% l’anno).
Il personaggio scelto dagli autori per rappresentare il sistema Paese, è Carlo Sama, il bagnino, playboy sulle spiagge romagnole poi sposato ad Alessandra, rampolla Ferruzzi. Amministratore delegato di Montedison, l’azienda che poteva divenire un colosso nazionale delle medicine, nel 1993 Sama vende Farmitalia-Carlo Erba agli svedesi della Kabi Pharmacia per 2 mila miliardi di lire, per evitare il tracollo finanziario del gruppo industriale, dopo anni di tangenti e gestione dissennata.
Il quadro è desolante: pochi investimenti nella ricerca (1,2%del Pil, metà di Germania e Stati uniti, e un terzo di Giappone e Corea) e tanti farmaci comprati all’estero perché le aziende farmaceutiche hanno scelto il co-marketing, accordandosi con quelle internazionali per assicurarsi i profitti sui farmaci.
Il messaggio finale degli autori è di fiducia e passa anche attraverso le parole di Ignazio Marino (medico e sindaco di Roma) e del prof. Umberto Veronesi. L’incitamento è di puntare ancora sulla ricerca biomedica, in sinergia con politici e industriali, con una nuova mentalità e un’opinione pubblica più ottimista nei confronti della scienza.
Marina Landolfi
Titolo: Il bagnino e i samurai
Autore: Daniela Minerva, Silvio Monfardini
Editore: Codice edizioni
Data di pubblicazione: 2013
Pagine: 293
Prezzo: 16,90

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