Giocattoli né rosa né celesti

Sotto l’albero di Natale (e già pronti a riempire anche le calze con l’arrivo della Befana) i bambini hanno trovato tanti regali “adatti” a loro: dalle bambole, ai  ferri da stiro per le bambine, passando per giochi d’azione e macchinine per i bambini. Purtroppo la scelta dei giocattoli innesca la solita discriminazione fatta di stereotipi ancora oggi troppo forti da abbattere e che confinano maschi e femmine dentro artificiali recinti di genere: un esempio su tutti è la vendita per le bambine dei make up, comprati  anche per le piccolissime, che veicolano un modello estetico falso e fuorviante, per non dire assurdo.

I condizionamenti culturali iniziano fin dai primi mesi di vita (anzi già nella pancia con il corredino rosa e celeste) con la scelta dei giocattoli che indirizzano i bambini verso il ruolo assegnato all’uno o all’altro sesso dalla cultura. Ovviamente ci sono anche i giochi neutri come puzzle, giochi elettronici, costruzioni e strumenti musicali, ma per i  giochi che identificano il ruolo la differenza è netta. Le bambine giocano  con le bambole per addestrarsi alle future funzioni materne e si occupano della spesa e della pulizia della casa, per imparare così da subito i ruoli nella gestione dei compiti familiari; i bambini spaziano dai giochi di forza e abilità, a quelli di movimento.

Può sembrare superfluo, ma per superare questi cliché è bene ribadire ancora una volta che non esistono giochi da maschio e da femmina, che si tratta solo di una distinzione culturale (e non naturale) e se come si dice ‘il gioco è cibo per la mente’, perché un bambino non dovrebbe divertirsi e giocare con una bambola e una bambina fare per esempio esperimenti per diventare una scienziata?

I genitori si pongono la questione, ma non abbastanza. Anche quelli più sensibili hanno momenti di ripensamento e indecisione, pur seguendo le inclinazione dei propri figli come fa Mauro, papà di Alberto di 5 anni “Seguo le sue indicazioni  rispetto ai personaggi televisivi della Disney che preferisce. Senz’altro le sue richieste vengono veicolate dalla pubblicità all’interno di Rai Yoyo e di Disney Junior, vero pozzo senza fondo dei bambini in età pre-scolare”.

Sulla libertà di scelta si è espressa, tramite l’Huffington Post, anche la dott.ssa Federica Zanetti, dell’Università di Bologna: ”Il giocattolo dovrebbe poter effettivamente rappresentare una possibilità per il bambino e per la bambina di scegliere ciò che si vuole essere. La libertà di decidere ciò che si vuole diventare. Ciò che si sta sognando. Anche questo è l’aspetto interessante dell’infanzia”. Anche il blog “Un altro genere di comunicazione”, che ha lanciato recentemente la campagna “La discriminazione non è un gioco” e si batte contro il sessismo, si è mobilitato sulla scelta dei regali; dai dati di un’indagine condotta per alcuni mesi sui prodotti dell’infanzia, è stato sottolineato che alle bambine si riservano giocattoli per la cura della casa e della famiglia, mentre ai bambini giochi che simulano il lavoro e la forza fisica.

Anche se non è facile spezzare questa catena di condizionamenti, ognuno può provarci nel suo piccolo, rovesciando la legge del rosa e del celeste e lasciare la libertà ai bambini di tirare fuori creatività e fantasia al di là del genere di appartenenza. Loro saranno più liberi e tutti noi più ricchi.